Tar sospende le Ztl: monta la polemica «Ora Catania faccia un passo indietro»

Un passo indietro. Ora sono in tanti a chiederlo all’assessore alla mobilità Giusto Catania, dopo che il Tar ha sospeso temporaneamente l’entrata in vigore delle Ztl a Palermo, previste ufficialmente dal primo aprile. Ufficializzata oggi nel primo pomeriggio, la decisione dà seguito al ricorso presentato da associazioni e cittadini nelle scorse settimane e sospende il provvedimento fino al sei aprile, giorno in cui il tribunale amministrativo discuterà la richiesta dei ricorrenti. Una gatta da pelare per il Comune che ora, attraverso i propri legali, dovrà dimostrare le ragioni dell’amministrazione, accusata di avere imposto ai cittadini una nuova tassa mascherata da provvedimento. E che è dovuto correre subito ai ripari, rimandando l’avvio ufficiale al 15 aprile. Intanto, però, non mancano le polemiche e sono in tanti a chiedere un confronto con la giunta, a partire dalle associazioni di categoria. 

«Non crediamo che lo slittamento della Ztl al 15 aprile sia stato deciso dal Comune – afferma il presidente di Confartigianato, Nunzio Reina – perché in questo caso sarebbe stato più corretto informare i palermitani nei giorni scorsi, senza ricorrere a scelte last minute. Il Tar, in realtà, alla fine deciso per tutti. Mi auguro – sottolinea – che in queste due settimane ci sia lo spazio per un confronto con il sindaco, come d’altronde abbiamo già chiesto da settimane». A fargli eco, il presidente di Confesercenti, Mario Attinasi, per il quale la decisione del Tar «non modifica le perplessità su questo provvedimento che rischia di uccidere le attività del centro città». Secondo Attinasi, infatti, servono nuove deroghe, una entrata in vigore più graduale, regole che aiutino e non penalizzino commercianti e strutture ricettive. «Per questo lanciamo un appello al sindaco Orlando – prosegue – approfitti di questi 15 giorni per aprire un tavolo di confronto con tutta la città, ascoltando le richieste venute dalle centinaia di persone presenti oggi in piazza Pretoria». 

Ma mentre c’è chi si limita a invocare maggior dialogo con le istituzioni altri, invece, chiedono la testa dell’assessore, reo di aver imposto un ulteriore balzello alla cittadinanza. A cominciare dall’opposizione a Sala della Lapidi che sta già preparando una mozione di sfiducia. «Presenteremo in consiglio comunale una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Catania – affermano il segretario provinciale del Pd Carmelo Miceli e il vicecapogruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo, Sandro Leonardi, che hanno preso oggi parte al sit-in a piazza Pretoria – il caos sulle Ztl di queste settimane dimostra tutto il pressapochismo, l’incompetenza e la disorganizzazione di questo assessore. Niente è andato come previsto: l’incasso è crollato, il pagamento con carte di credito non è decollato, la procedura è troppo complicata per i cittadini. Palermo – aggiunge – è la capitale dell’inefficienza nel silenzio dei media nazionali». Pensiero condiviso dal capogruppo dei comitati civici al consiglio comunale di Palermo Filippo Occhipinti per il quale «lo stop alle Ztl è un atto dovuto, ma a questo dovrebbero seguire le dimissioni dell’assessore. Quanto successo dimostra l’assoluta incapacità a organizzare una macchina che nelle altre città funziona senza problemi». 

E mentre tutti sono pronti a cantare vittoria per lo stop al provvedimento, a gettar acqua sul fuoco sono proprio i promotori del ricorso per i quali la sospensiva temporanea di oggi «non significa nulla e non ne anticipa in alcun modo l’esito. L’unica ragione per cui è significativa – spiega il presidente dell’associazione Bispensiero, Massimo Merighi – è questa: il Tar ha sospeso negli effetti il provvedimento per evitare che le scelte irresponsabili del sindaco e dell’assessore Catania, di non attendere il pronunciamento e rinviare di pochi giorni, potessero causare dei danni alla città. Adesso toccherà ai giudici decidere definitivamente in merito alla sospensione cautelare e non è così semplice né immediato che la concedano. Accetteremo la decisione qualunque essa sia – conclude – mi auguro che l’amministrazione faccia tesoro di questa esperienza per cambiare atteggiamento nei confronti di chi non condivide le sue scelte».

Antonio Mercurio

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