Rifornimenti di benzina alle proprie auto, ma a spese delle società pubbliche per cui lavoravano. Undici lavoratori della Messina Ambiente e dell’Atome4, ditte che si occupano della raccolta dei rifiuti nella fascia ionica tra Messina e Taormina, sono indagati, a vario titolo, per falso e truffa, a seguito di un’indagine coordinata dalla Procura di Messina e condotta dai finanzieri della compagnia di Taormina. Ammonterebbe a settemila euro il danno alle società, somme che sono state sequestrate ai conti correnti degli accusati. Per tre di loro sono scattati gli arresti domiciliari, per altri otto l’obbligo di firma.
L’operazione, denominata Free Fuel, ha fatto luce sul sistema che sarebbe stato alla base della truffa. Gli autisti dei mezzi della raccolta rifiuti si sarebbero accordati con i titolari di due rifornimenti di benzina di Taormina e Letojanni. «Facevano risultare sui veicoli aziendali rifornimenti di gasolio maggiori rispetto alle quantità effettivamente erogate – spiegano le Fiamme gialle -. L’eccedenza veniva ripartita tra gli autori della truffa attraverso prelievi gratuiti di carburante, a beneficio delle rispettive autovetture private».
Le indagini si sono avvalse di intercettazioni ambientali e videoriprese nelle due stazioni di servizio interessate. Sono stati confrontati diversi dati: le letture delle colonnine di distribuzione dei carburanti, le bollette di carico del gasolio rifornito, le fatture emesse dai distributori e i conseguenti pagamenti corrisposti dalla Atome4 e dalla Messina Ambiente alle due aree di servizio.
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