Taormina, polemica sul teatro antico Comune chiede a Regione 3,5 milioni

Ospite in casa propria. È la condizione, a dir poco paradossale, in cui si trova Taormina con il teatro antico, il monumento più famoso e redditizio della città del Centauro. La legge regionale 10/1999 stabilisce che «il 30% del proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso è destinato al Comune», ma di fatto da due anni Taormina non ottiene più un euro da Palermo. La Regione non versa le somme dovute e nella capitale del turismo siciliano mancano risorse consistenti che potrebbero essere reinvestite per le attività culturali della città. Circa 3 milioni e mezzo di euro è la cifra aggiornata che, a oggi, la Regione deve versare al Comune di Taormina sui proventi del teatro. Il dato complessivo è eloquente: un milione 679 mila euro per il periodo 2009-2012 in cui il teatro antico veniva ancora gestito dalla società Novamusa, 693 mila euro per il 2014 e poi c’è l’intero ammontare del 2015 che – tenendo conto dell’aumento del costo del biglietto è aumentato, passato negli ultimi mesi da otto a dieci euro – dovrebbe superare il milione e 200 mila euro. 

Risalgono al primo semestre 2014, gli ultimi soldi che la Regione ha inviato al Comune di Taormina. Che aveva sperato in una svolta dopo aver stipulato la convenzione per l’avvenuta istituzione del Parco archeologico di Naxos-Taormina, il terzo parco siciliano dopo quelli di Segesta e Selinunte. Ma i soldi continuano a non arrivare e si è anche scatenata una bufera in tema, perché il parco è stato realizzato insieme ai Comuni di Giardini Naxos e Francavilla e – a detta di molti – con un vantaggio sostanziale più per altre località che per Taormina stessa. 

Per quale motivo far gestire il Teatro Antico non solo alla Regione ma anche ad altri Comuni? Perché affidare i proventi a una gestione cosi allargata? Perché non fare più semplicemente un parco col nome della città? Questi solo alcuni degli interrogativi che sono stati e rimangono di stretta attualità nella perla dello Jonio. Nonostante le rassicurazioni arrivate a più riprese da Palermo, la realtà sin qui magra e amara è che la Regione non sta versando i proventi al Comune di Taormina. Che così, dunque, rischia seriamente di diventare ospite in casa propria. È storia di questi giorni, inoltre, un altro smacco in salsa palermitana. A TaoArte è stata negata, infatti, l’opportunità di gestire una parte delle date della prossima stagione estiva. L’ente culturale chiedeva il 50 per cento delle date per gli spettacoli ma ha trovato strada sbarrata dall’assessorato. Un segnale di chiusura che, in città, è stato preso in maniera ancor più negativa visto che TaoArte vive una fase di grave crisi economica e necessiterebbe di supporto per la costituenda fondazione.

Emanuele Cammaroto

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