Rimane un sogno proibito la resurrezione del villaggio Le Rocce di Taormina, l’oasi naturale inaugurata dalla Regione e dall’allora ministro Ponti nel lontano 1954 ma da oltre 30 anni ridotta all’abbandono, tra degrado e incuria. Dello splendido complesso con 22 villini turistici, gioiello della baia di Mazzarò e simbolo dell’epoca d’oro di Taormina, rimane adesso poco o nulla: un cumulo di erbacce e spazzatura, in attesa di una svolta che tarda ad arrivare. La proprietà è della Provincia di Messina, ora città metropolitana, che da tempo ha avviato un project financing per il recupero con destinazione alberghiera mentre Taormina, dalla politica ai residenti, ha espresso a più riprese contrarietà alla prospettiva di una trasformazione de Le Rocce in una struttura privata.
Non entusiasma l’idea di un altro hotel di lusso in una città che ha già tante strutture ricettive. E anche l’Urega ha rimandato indietro gli incartamenti istruiti dalla Provincia. «Le Rocce è un esempio per il turismo internazionale» disse Ponti 61 anni fa, su quell’affascinante sito che è stato punto di incontro e svago per i turisti e di cui si ha tanta nostalgia da queste parti. La speranza di restituire alla pubblica fruibilità l’oasi è legata all’interesse di Antonio Presti, il mecenate messinese della fondazione “Fiumara d’Arte” che vorrebbe ridare vita a Le Rocce con un museo sul mare e sempre a Taormina vorrebbe fare una scuola per la formazione turistica, un museo “a cielo aperto” da mettere in rete insieme a un altro sito in zona da trasformare in Hotel-Design. Presti, dopo aver incassato il gradimento della politica di Taormina, ha informato della sua iniziativa la Provincia, ma per adesso tutto si è arenato sulla nota con cui il commissario straordinario Filippo Romano ha chiesto alla dirigenza di Palazzo dei Leoni un parere su tale proposta. «Non ho più avuto riscontri dalla Provincia – ha fatto sapere Presti -. Mi era stato comunicato che la mia iniziativa è di grande livello ma al momento nessuna novità. Io amo questo territorio e sono pronto a fare la mia parte. Mi è stato chiesto dalla Provincia di fare un progetto definitivo ma loro, a mio avviso, dovrebbero prima rivolgersi al Comune di Taormina. È un bene che si trova a Taormina ed è giusto che siano le istituzioni e i taorminesi a dire cosa si vuole fare. Io – ha continuato il mecenate – sono disponibile a donare la mia collezione di Fiumara d’Arte e le stanze del museo-albergo Atelier sul Mare, realizzare altre opere e dar vita ad un museo sul mare, un giardino d’arte con opere, piante ed essenze botaniche. Voglio istituire una Fondazione e coinvolgere l’Etna in un percorso naturale di arte e bellezza».
(In un filmato d’epoca dell’istituto Luce l’inaugurazione del villaggio Le Rocce)
«Abbiamo chiesto un incontro al maestro Presti per concertare un’azione insieme», spiega Giovanni Aucello, presidente del comitato La Voce del Mare, l’associazione dei residenti di Mazzarò. «È arrivato il momento che la Provincia si faccia da parte su Le Rocce – aggiunge Aucello – e che restituisca subito alla nostra città un bene abbandonato da tanti anni al degrado totale». «Stiamo valutando con attenzione la vicenda – afferma il commissario della Provincia, Romano -. La principale esigenza che abbiamo è quella di assicurare al bene l’utilizzo che meglio lo valorizzi e ne assicuri il soddisfacimento del pubblico interesse anche sotto il profilo del recupero naturalistico dell’area vincolata, la redditività, il rilievo artistico, culturale e turistico».
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