Porta a porta, la prima settimana di differenziata Disinformazione, cestini pieni e sacchetti in strada

Il quadrilatero compreso tra via Canfora, viale Odorico da Pordenone, viale Vittorio Veneto e viale Raffaello Sanzio rappresenta il campo di prova per il nuovo sistema di smaltimento e raccolta rifiuti. L’amministrazione Bianco prevede di estendere il servizio nel prossimo gennaio e di rimuovere tutti i cassonetti entro il 2016: un’operazione che ha l’ambizione di dare alla città un volto nuovo. Una sfida non solo ecologica ma anche urbana, perché si chiede ai cittadini di ripensare il loro rapporto con la città. Eppure c’è chi fa fatica ad adattarsi al nuovo regime. «Hanno levato i cassonetti e ora la spazzatura la dobbiamo lasciare in mezzo alla strada», commenta un anziano cittadino.

Al lato sud del perimetro interessato – in viale Raffaello Sanzio –, il titolare di un chiosco fornisce le prime impressioni: «Ci siamo attrezzati per la differenziata. Sono venuti gli operatori a spiegarci come fare e noi ci siamo adeguati – dice, indicando tre cestini con le buste di colore diverso –. L’informazione c’è stata ma il problema sono i catanesi. Io sono di Belpasso dove c’è la differenziata porta a porta da un po’ di tempo e funziona bene. Ma i catanesi… A loro non importa nulla». A un tavolo un gruppo di anziani signori gioca a carte e uno di loro, gettandone una al centro, esclama: «Ma chi mi cunti! Livaru i cassonetti e ora ‘a munnizza l’amu a lassari pi strata!». Per tutta risposta, si alza un coro di commenti: alcuni solidali, altri di rimprovero.

Poco più avanti, in piazza Michelangelo Buonarotti, un barista apre i cassetti alle sue spalle, al di qua del bancone: «Separiamo carta, plastica e organici. I clienti lasciano tutto sul bancone, ci pensiamo noi a dividerli. Alla chiusura lasciamo le buste fuori e gli addetti le ritirano puntualmente». Sempre in zona, in un’altra attività commerciale, qualcun altro scrolla le spalle dicendo: «Ma veramente qui la differenziata non è cominciata ancora». In viale Vittorio Veneto diversi esercenti non sanno ancora nulla, qualcuno ha appena ricevuto la lettera con le istruzioni del nuovo regime di smaltimento. In via Vagliasindi, invece, c’è un complesso abitativo composto da quattro palazzi. All’ingresso l’anziano custode informa che la differenziata sta funzionando. «Va bene, per fortuna. È una buona cosa. Certo: ci sono le signore anziane, fanno fatica ad abituarsi a tenere il tipo di spazzatura in casa finché non è il giorno giusto per buttarla». Mostra i cassonetti posti dietro il cortile, tre per ciascun tipo (carta, plastica, vetro, organico).

Lungo via Giuffrida si mescolano differenti impressioni e umori. «Certo potrebbero dare un bonus o uno sconto sulla tassa a chi la fa. Noi ci siamo organizzati ma i clienti non sempre lo sanno», afferma il gestore di una tavola calda. E in effetti qualcuno cade in errore gettando un tovagliolo usato (organico) nella carta. Ripreso dal titolare, non gli resta che guardarsi attorno desolato, in direzione dei cestini di diverso tipo sparsi agli angoli del bar. Nei pressi della stazione di rifornimento, il proprietario di un tabacchino riferisce: «Non parliamo troppo presto, ma sembra funzionare». Esce in strada e indica la posizione dei vecchi cassonetti: «I primi due giorni si accumulava immondizia per strada. Adesso hanno capito come funziona». 

Qualcun altro, ancora, denuncia che a volte la spazzatura è rimasta dove l’aveva lasciata. Una discussione è in corso al numero 20 di via Pirandello: «Il cestino con i rifiuti organici è pieno, sabato non lo hanno ritirato, domani che è il turno dell’organico come facciamo?». Interviene un altro condomino: «È successo perché c’era dell’alluminio mischiato ai rifiuti di cucina, l’ho visto, e quando è divisa male gli operatori la lasciano lì dov’è. E poi abbiamo un solo cassonetto per ogni tipo, devono confluirci 26 famiglie e non bastano». Qualcun altro racconta di come, in assenza di cassonetti, l’immondizia venga gettata ai piedi degli alberi: «Quella mica se la portano via…».

Infine, lungo il lato ovest della zona interessata, lungo via Caronda, i vecchi cassonetti sono pieni: «Qui la raccolta differenziata porta a porta non è cominciata – racconta un abitante – e non c’è stata né informazione né niente. Chi non vuole fare la differenziata, dalle altre strade, viene a scaricare la spazzatura qui». 

Livio Cavaleri

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