La venticinquesima edizione del concertone del primo maggio, organizzato a Roma dalle maggiori sigle sindacali italiane, ha portato sul palco di Piazza San Giovanni diversi artisti siciliani e con essi anche alcuni temi di attualità riguardanti la Sicilia. Seguendo la traccia dello slogan «La solidarietà fa la differenza», le nove ore di musica sono state aperte con un momento di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto in Nepal e della più recente strage di migranti avvenuta nel Canale di Sicilia, che l’Unhcr ha definito «un’ecatombe senza precedenti».
Lello Analfino, leader dei Tinturia, si è esibito con indosso la maglia dell’Akragas, formazione agrigentina che di recente ha festeggiato la promozione in Lega Pro. La scelta dei brani proposti non è parsa casuale, come conferma lui stesso a Meridio, che lo intercetta al varco di uscita degli artisti. Extra ad esempio, è un testo, oltre ad essere un motivetto coinvolgente, che tratta il tema dell’immigrazione e «ricorda che la Sicilia ha sempre dimostrato accoglienza ed umanità verso chi ci chiede aiuto. Mentre l’Italia, anche a causa di politici come Salvini, ha iniziato a dimenticare questi valori. I politici dovrebbero pensare a risolvere il problema della povertà anziché fare dei poveri un problema». Analfino tiene in particolare modo a rendere onore «all’impegno dei volontari che soccorrono i migranti e che, seppure abbandonati dallo Stato, sono un esempio per tutti ed il volto dell’Italia di cui andare fieri».
Precario, infine, è un titolo che potrebbe fare da colonna sonora per la quotidianità di parecchi lavoratori. «Questa canzone vuole insegnare a tutti a tenere stretto ed apprezzare quel che si ha, anche se poco. E non sminuirlo per poi rimpiangerlo quando lo si è perduto. Questo è un Paese basato sul lavoro precario e sulle cavolate che i politici sparano addosso alla gente per quietarla. Non sono mai state così grandi come adesso – conclude Analfino – proprio perché la gente comincia a non crederci più e stancarsi ma i politici cercano così in ogni modo di rimanere attaccati alle loro poltrone».
Mario Venuti, inseme all’ennese Mario Incudine, ha ricordato i sindacalisti uccisi dalla mafia e la strage di Portella della Ginestra. Col brano Ventre della città ha messo sotto le luci del concerto l’importante ruolo sociale delle periferie, che definisce «un serbatoio di risorse sprecate che, per questo, tendono alla devianza. Da cantante, che come tante altre categorie di lavoratori soffre la carenza di tutele, fotografo il mio tempo senza dare giudizi».
I Nigga Radio, gruppo catanese, sono arrivati al concerto del primo maggio come finalisti del concorso 1Mnext. Sebbene non abbiano vinto, cantare davanti a circa cinquecentomila persone (il numero stimato dagli organizzatori) «è stato il più bel regalo di compleanno che avremmo potuto farci». Il primo disco della band nasceva proprio il primo maggio di due anni fa. Sonorità originali e testi in dialetto che «vogliono raccontare la vita delle persone vessate, che combattono e che si sbattono. Cantiamo la quotidianità del nostro tempo, quella della gente del Sud del mondo, che ha confini non più geografici bensì economici».
L’organizzazione delle aree, degli accrediti stampa e delle interviste non ha permesso a Meridio, il cui giornalista è stato tenuto lontano dalla zona artisti, di intervistare altri cantanti siciliani, come ad esempio Claudia Lagona, in arte Levante. Peccato.
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