Un dato, in questa fase, sembra certo: né Rosario Crocetta, né Claudio Fava sono i candidati alla presidenza della Regione siciliana che potrebbero essere appoggiati da Italia dei valori di Leoluca Orlando. Il Sindaco di Palermo, dopo la straordinaria vittoria elettorale, sta pensando alle elezioni regionali. Ovviamente, in una prospettiva dove ci sarà anche la sinistra con la quale governa il capoluogo dell’Isola. Ma in questo ragionamento – almeno nell’attuale fase – non c’è Fava né, tanto meno, Crocetta.
Anche se non mancano le differenze tra i due auto-candidati alla guida della Sicilia. Mentre Crocetta potrebbe comunque muoversi, se non in sintonia, almeno in non-contrapposizione con il Pd, quella di Claudio Fava, al contrario, potrebbe essere una mossa per ‘sganciare’ Sel di Nicki Vendola dal disastroso abbraccio con il Partito democratico.
Del resto, Fava, oltre che un’esperienza nella Rete di Leoluca Orlando, ha anche ‘bazzicato’ gli ex comunisti siciliani. Nel 1999 venne eletto segretario regionale del Pds o dei Democratici di sinistra (i lettori mi scuseranno, ma gli ex comunisti hanno cambiato tanti nomi e non è facile ricordarli tutti, trattandosi, tra l’altro, di un argomento non troppo interessante). Divenne segretario regionale del Partito proprio quando gli ex comunisti, grazie al ribaltone dell’Udeur, si prendevano la presidenza della Regione siciliana con Angelo Capodicasa.
Fu, quello, un Governo sventurato, consociativo e pasticcione: basti pensare alla legge numero 10 che, in una notte, ‘inventò’ 2 mila dirigenti regionali: un’assurdità tutta siciliana, un modo per calpestare l’Autonomia. Un Governo, quello di Capodicasa, che Fava cercò, senza successo, di rendere, quanto meno, credibile e valido (ora gli ex comunisti dell’epoca si cominceranno a rodere dentro, pensando – ma non lo diranno – che, in realtà, Fava voleva affossare il Governo Caposicasa…).
Oggi Fava si ripresenta nell’agone politico regionale e ritrova – si vede che è sorte che gli tocca – con gli ex comunisti alle prese con un altro ribaltone, questa volta con Raffaele Lombardo: un personaggio che Claudio Fava conosce bene e che non dovrebbe amare.
Insomma: quella di Fava è una candidatura con uno spessore politico diverso da quella di Crocetta, che alle ultime elezioni comunali di Palermo era schierato contro Orlando, facendo ‘pappa e ciccia’ con i ‘dioscuri’ del Pd, al secolo Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia: anti-consociativo il primo, antimafioso il secondo, finiti entrambi a sostenere Lombardo.
Resta aperto il tema Orlando: chi potrebbe essere il candidato del sindaco di Palermo e della sinistra alla presidenza della Regione siciliana? Se la politica ha un senso, dovrebbe essere un nome al di fuori dei partiti. Si parla di un magistrato. Ma si parla anche, ad esempio, di Tano Grasso, leader storico delle associazioni antiracket della Sicilia.
Quella di Tano Grasso potrebbe essere un’ottima candidatura, trattandosi di un personaggio che non ha utilizzato l’antimafia per fare incetta di appalti e di poltrone, alleandosi pure con il diavolo pur di raggiungere obiettivi di potere, ma di una persona seria che avrebbe tutti i numeri – al pari, ovviamente, di altri candidati -per imprimere una svolta alle vicende regionali.
La giornata politica di oggi registra anche la direzione regionale del Pd. E lì è difficile capire se la risoluzione strombazzata ai quattro venti – la mozione di sfiducia al Governo Lombardo – è un atto politico vero o la solita operetta.
L’unico dato certo è che mezzo Pd (in pratica, buona parte dell’area dell’ex Pci) potrebbe anche rivalutare il Governo Lombardo, soprattutto dopo che un ex comunista, Francesco Aiello, è stato nominato assessore alle Risorse agricole.
A volere la mozione di sfiducia al Governo è il segretario regionale del Partito, Giuseppe Lupo. Che, a dir la verità, in questi anni, di cose ne ha dette tante: è stato eletto numero uno del Pd in Sicilia per chiudere l’esperienza del partito con Lombardo; un’ora dopo la sua elezione aveva cambiato opinione e si ‘stricava’ con Lumia e Cracolici, cioè con i sostenitori di Lombardo; poi è stato fautore non molto convinto della Giunta Lombardo ‘tecnica’, cioè senza assessori del Pd (facendo finta di non sapere che Pier Carmelo Russo e Mario Centorrino rispondevano comunque al Pd); ora vorrebbe la mozione di sfiducia a Lombardo. Ma non è escluso, visti trascorsi, che possa cambiare idea tra qualche giorno.
Insomma: molto dipenderà da come si sveglierà nelle prossime mattine Lupo. Tenendo conto delle possibili variabili: e cioè se la sera ha cenato con patate e salsiccia o con un merluzzo lesso e un filo d’olio; se ha bevuto o meno vino; se dopo cena ha mandato giù un amaro o il un cognac; se ha visto un film o ha letto un libro. Per non parlare dell’ultima persona con la quale ha scambiato qualche idea la sera prima. Se ha parlato con Sergio D’Antoni, beh, è probabile che si svegli con in testa la mozione di sfiducia a Lombardo; ma se, per caso, prima di andare a letto dovesse incrociare un Lumia o un Cracolici di questi, beh, le cose potrebbero cambiare…
Foto di Tano Grasso tratta da vocedivieste.org
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