Tamponi drive-in senza chiedere documenti di riconoscimento «Chiunque potrebbe mettersi in fila a nome di qualcun altro»

Tamponi al drive-in senza mostrare il documento o la tessera sanitaria di coloro che vengono convocati dall’Usca. Particolare che potrebbe facilitare la vita ai furbetti dello scambio d’identità che vogliono terminare la quarantena anticipatamente senza rischiare un secondo giro di tamponi a distanza di alcuni giorni. La mancata richiesta dei documenti sarebbe diventata pratica diffusa al drive-in allestito nei pressi del campo sportivo Turi Guglielmino di Massannunziata, frazione del Comune di Mascalucia, nel Catanese. Diversi lettori hanno denunciato la vicenda al nostro giornale e abbiamo effettuato una verifica sul campo. 

L’identità degli automobilisti, dopo essersi incolonnati e prima di accedere all’area in cui vengono effettuati i tamponi, viene accertata dagli operatori di turno con la semplice richiesta di fornire nome e cognome. «Subito dopo – racconta un lettore – effettuato un riscontro tramite la lista dei convocati si viene invitati ad andare avanti e incolonnarsi». «Nulla vieta – continua il lettore – che al posto mio possa presentarsi, a nome mio, un amico che sa già di essere negativo al Covid-19». Uno scambio di persona che permetterebbe a quello che potrebbe essere ancora infetto, ma magari in buone condizioni di salute e senza sintomi, di garantirsi il buon esito del tampone per terminare la quarantena obbligatoria con la complicità di un conoscente

Chiamando alle linee telefoniche messe a disposizione dall’Asp per gli utenti il quadro è un po’ diverso. Alla nostra richiesta sulla documentazione necessaria quando si viene convocati per il tampone di fine quarantena al drive-in, gli operatori rispondono che «è necessaria la tessera sanitaria». «Mi hanno contattato dopo la positività, passati circa due giorni, chiedendomi se volevo fare il tampone a pagamento o al drive-in. Io ho scelto il secondo metodo e, al telefono, mi hanno indicato che sarei dovuto andare il 22 marzo – racconta un lettore a MeridioNews – Ho fatto il tampone e non mi hanno chiesto documento o tessera sanitaria. Sempre lo stesso giorno, essendo ancora positivo dopo il test, mi hanno inviato a ripresentarmi il 29 marzo con una convocazione via email dall’Usca di Gravina di Catania». 

Nella comunicazione non si fa menzione a documenti ma si indica solo «di essere puntuali senza anticipare o posticipare l’orario». «Dopo sette giorni mi sono ripresentato e ho fatto il test – continua – e, anche questa volta, non mi hanno chiesto nulla. Ho fatto una domanda esplicita sulla necessità di esibire il documento d’identità e mi è stato risposto che non c’era bisogno». Nei giorni scorsi, a occuparsi del mancato riconoscimento di chi effettua i tamponi, ma in farmacia, è stata anche la trasmissione Striscia La Notizia. Scandagliando la rete è possibile notare come diversi sistemi sanitari regionali indichino in maniera esplicita la necessità di presentarsi con carta d’identità al seguito. «Per favore porti con sé tessera sanitaria e documento di riconoscimento», si legge per esempio nel portale dell’azienda sanitaria del Trentino Alto Adige alla voce «indicazioni per il drive-in». Contattato da MeridioNews per una replica il commissario per l’emergenza Covid Pino Liberti ha rimandato all’Azienda sanitaria provinciale di Catania e quest’ultima spiega che verranno effettuate tutte le verifiche del caso. 

Dario De Luca

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