Swapping: il baratto nell’era digitale

Appassionati di Ebay, siete out! Il fenomeno più in voga per accaparrarsi oggetti di ogni genere a prezzi più che convenienti, cioè gratis, è lo swapping! Che non è altro che il caro vecchio baratto, in chiave contemporanea. Insomma, le aste ondine sono roba già d’altri tempi e il futuro sta nel recupero della più antica forma di commercio conosciuta. Come? Con gli swap parties.

 

Funziona così: organizzate un party in casa, con un piccolo rinfresco e qualche amico con cui condividete una passione, e via agli scambi.

Il party è a tema ma può essere organizzato anche per “reparti”: musica, abbigliamento, tecnologia. E tutto quello che vi viene in mente di scambiare.

 

Ciascun invitato porta una decina d’oggetti che non usa più e di cui si libererà senza doversi fare carico delle commissioni di ebay, dover correre dietro ad acquirenti insolventi e sopportare chilometriche file alle poste per spedire i pacchetti. E allo stesso tempo potrà “acquistare”, a prezzo zero, quello che tra ciò che hanno portato gli altri più gli interessa.

 

Le forme della “transazione” possono essere le più varie: dal puro scambio tra due partecipanti a piccole aste interne a suon di rilanci; rigorosamente senza denaro, ovvio. Il vecchio detto “ciò che è mio è tuo” acquista tutt’altro senso. E diventa lo slogan di uno dei più grandi siti di swapping attualmente in rete. www.whatsmineisyours.com

 

In Australia e America è già successo. E dal party privato si è giunti, c’era da aspettarselo, alla Rete: numerosi siti scommettono sul successo di questa forma di commercio all’avanguardia e si fanno intermediari di scambi di ogni genere, in ogni angolo del globo. www.iswap.co.uk

 

Pioniera una studentessa australiana di fashion design, che due anni fa ha fondato il primo sito di swapping dallo slogan che è tutto un programma: “free guilt shopping”. Ed è indubbio che fare shopping senza l’effetto collaterale del senso di colpa per aver speso una fortuna sia un gran bel vantaggio. www.swapstyle.com

 

In parallelo nascono siti simili che, per una quota associativa annuale, mensile o persino giornaliera, permettono di godersi il piacere di possedere, a tempo determinato s’intende, oggetti di culto come una borsa Vuitton o la Gucci bella e impossibile. www.bagborroworsteal.com

E sono quote decisamente basse, se si pensa ai costi proibitivi di certi oggetti del desiderio. C’è addirittura un sito che propone scambi di prodotti cosmetici, dalle marche più prestigiose a quelle introvabili su certi mercati, con sezioni dedicate agli scambi di pareri e dritte tra appassionati dell’argomento. www.makeupalley.com

 

Insomma, basta avere qualcosa di cui disfarsi, registrarsi e… swap!

Sara Mostaccio

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