Summer school nei campi confiscati alla mafia Eco’, valorizzare il territorio con Libera e Unict

Una «scuola estiva di alta formazione per l’innovazione sociale e la progettazione partecipata». Un’occasione per capire come funziona il mondo agricolo moderno e sostenibile, il valore della destinazione sociale dei beni confiscati alla mafia e la valorizzazione del territorio. Eco’ – Coltivazioni r_innovative è il progetto destinato a venti studenti etnei realizzato in collaborazione tra l’associazione Libera e l’ateneo di Catania. La summer school si terrà dal 20 al 26 settembre nei campi confiscati a Cosa nostra nel territorio di Belpasso, a pochi chilometri dalla base di Sigonella, e affidati alla cooperativa sociale Beppe Montana-Libera Terra.

«Eco’ darà ai ragazzi sia strumenti teorici sull’agricoltura, quella che valorizza la terra, ma anche nuovi strumenti pratici», afferma Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera e responsabile scientifico del progetto. «Ci saranno moltissimi laboratori sul campo – precisa – Penne in mano al mattino e nel pomeriggio le zappette». 

«Verranno coinvolti professori che hanno come riferimento accademico i temi dello sviluppo, quello sostenibile che non stupra la nostra terra», prosegue Di Maggio. «Parteciperanno diversi dipartimenti», gli fa eco Francesca Longo, responsabile della summer school per l’università e docente di Politiche pubbliche dell’Unione Europea a Scienze politiche. Oltre a Longo, «dal dipartimento di Agraria ci saranno Paolo Guarnaccia e Salvatore Bordonaro. Da Economia Rosario Faraci e da Scienze politiche Renato D’Amico, Rosario Mangiameli e Luca Ruggiero». 

Il progetto è strutturato all’interno della convenzione stipulata l’anno scorso tra Unict e Libera. «È un percorso complesso e costante – descrive Francesca Longo – assieme al modulo di didattica, che si occupa dello studio della criminalità, abbiamo ideato il progetto delle summer school». Quella che la docente definisce «una concentrazione di saperi, ma anche di esperienze pratiche. Questa scuola intende lo sviluppo come sostenibile, anche per i diritti dei lavoratori. Attenta agli aspetti ambientali, ma anche sociali». Per questo motivo Eco’ è «dedicata ai contadini, sindacalisti e cooperanti uccisi dalle mafie e ai migranti sfruttati nel caporalato e uccisi dalle organizzazioni criminali internazionali».

Assieme ai docenti, gli studenti selezionati potranno contare su altre figure che si occupano di agricoltura sostenibile e impresa. Partner del progetto – oltre al ministero dell’Istruzione – sono gli attivisti campani di RuralHub, l’Istituto agonomico mediterraneo di Bari, le creatrici di Orange fiber e i fondatori del Patto per il fiume Simeto. Una serie di figure che «non si occupano solo di agraria», sottolinea Di Maggio. Per questo motivo gli allievi saranno anche quanti «hanno studi di natura economica o ingegneria gestionale, che hanno interesse per il mondo dell’impresa. La terra – conclude il referente di Libera – ormai non è solo il luogo in cui fare attività tradizionale e agricola. È anche luogo di innovazione». 

Per partecipare alla summer school basta inviare la candidatura entro il 6 settembre all’indirizzo info@liberasicilia.org con un piccolo progetto di sviluppo locale e una lettera di presentazione.

Carmen Valisano

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