Sul Ciapi di Palermo in via di scioglimento l’ombra dei Grandi eventi (e sperperi)

I destini del Ciapi si incrociano con quelli dei ‘Grandi eventi’, l’inchiesta della magistratura sui fondi regionali spesi (o forse sperperati) per la promozione della Sicilia. Così, mentre il Governo regionale di Rosario Crocetta si accinge a sciogliere il ‘carrozzone’ Ciapi – uno degli Enti strumentali storici della formazione professionale di proprietà della Regione – stando alle indiscrezioni, verrebbero fuori spese folli sostenute per la comunicazione più o meno istituzionale.

Il nome che spunta è quello di una vecchia conoscenza del pianeta della comunicazione siciliana: Fausto Giacchetto, imprenditore agrigentino molto attivo, fino a qualche tempo fa, nel mondo della pubblicità legata ai ‘Grandi eventi’ andati in scena tra il 2005 e il 2008.

In effetti, il legame Ciapi-Giacchetto non è nuovo. Questo perché l’imprenditore è sempre stato vicino all’ex dirigente generale dell’Agenzia regionale per l’Impiego, Rino Lo Nigro, che del Ciapi aveva il controllo.

Va ricordato che il Ciapi è nato con la legge regionale n. 25 del 6 marzo 1976. Tale ente strumentale della Regione, allora, è subentrato alla vecchia Cassa per il Mezzogiorno per svolge interventi in favore dei centri interaziendali per l’addestramento per l’industria. (a sinistra, foto tratta da ogginotizie.it)

Tutti gli amministratori del Ciapi che si sono succeduti negli anni sono stati nominati dalla Regione. Il controllo era sempre a carico della Regione e la stessa finanza era, essenzialmente, di derivazione regionale. Merito dell’attuale Governo regionale è quello di fare pulizia dopo decenni di… allegria…

Sulle vicenda, piuttosto complesse, del Ciapi, è noto, sono impelagati alcuni uomini politici di primo piano della Sicilia. Definirli indagati sarebbe un errore perché, in questa fase, la magistratura sta vagliano le loro posizioni. Sullo sfondo, ci sarebbero spese per 25 milioni di euro non documentate con precisione. In questa storia dai contorni ancora poco chiari, potrebbero non essere estranei, oltre ai politici, alcuni dipendenti dello stesso Ciapi.

Per il Governo della Regione è una grana in più. Impegnato, proprio in questi giorni, a tutelare il futuro dei dipendenti della formazione professionale licenziati dai vari Enti (in molti casi, per responsabilità dei passati Governi regionali), l’esecutivo di Rosario Crocetta dovrà, adesso, provare a sciogliere il Ciapi di Palermo e a tutelare i dipendenti non coinvolti in questa brutta storia.

Per la cronaca, esiste un altro Ciapi – con sede a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa – che dovrebbe essere autonomo da quello di Palermo e che non dovrebbe essere coinvolto in questa vicenda.

Ci sarebbe, sempre per la cronaca, una sede del Ciapi aperta qualche anno fa a Buenos Aires, costituita qualche anno fa e subito sbaraccata. .

 

Ciapi, Crocetta: “La realtà supera l’immaginazione

Giuseppe Messina

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