«Ho visto un ragazzo che si avvicinava e le parlava, ma noi non possiamo sapere quali sono le discussioni che intercorrono tra i soggetti. Se non c’è qualcosa di eclatante, come uno schiaffo o un urlo, non possiamo intervenire». Andrea Raia, amministratore della società che si occupa della sicurezza all’interno del lido Marè di Aci Castello, chiarisce la posizione sua e dei colleghi che erano in servizio lo scorso venerdì, quando la studentessa Vittoria Vitale sarebbe stata vittima di transfobia e di molestie. «Sia io che i ragazzi che lavorano per me non abbiamo alcun tipo di atteggiamento né discriminatorio né sessista – tiene a precisare – Nel corso della stagione prestiamo servizio in tantissime serate e incontriamo moltissimi tra gay, trans e anche drag queen».
Secondo la versione della giovane, un presunto addetto alla sicurezza le avrebbe chiesto di seguirla perché «un responsabile o il titolare del locale voleva parlarmi», raccontava. «Quando sono arrivati i carabinieri – afferma Raia – ho chiamato i ragazzi che quella sera erano di servizio e la signorina non ha riconosciuto nessuno di loro». «Erano le 3 del mattino, lo ricordo perché la musica era già staccata e le persone iniziavano ad andare via», prosegue il responsabile della sicurezza, che ricorda di aver aiutato la giovane quando le è caduta la borsa. Quando si è avvicinato, «non mi ha detto in nessun modo né che era oggetto di discriminazioni né che fosse stata infastidita». Ma, come ha sottolineato nel suo racconto a CTzen, Vittoria Vitale ha seguito un presunto addetto alla sicurezza «perché mi ha detto che uno dei responsabili del locale voleva parlarmi. Altrimenti non mi sarei avvicinata».
«Se la volontà fosse stata discriminatoria, non l’avremmo fatta entrare. Cosa che non è accaduta», assicura Raia, che – come il titolare del locale – ha sporto le sue scuse a Vittoria Vitale. La giovane ha incassato la solidarietà di molti, giunta attraverso i social network. E su Facebook interviene anche il comitato territoriale Arcigay QueeRevolution di Catania. «Quanto avvenuto ai danni di Vittoria Vitale ribadisce l’assoluta necessità di proseguire con azioni di prevenzione e contrasto della mentalità omotransfobica e sessista», scrivono i responsabili. «Vittoria è stata contattata da questo Comitato che le ha offerto consulenza psicologica e legale, per darle strumenti utili che la assistano nella scelta di denunciare o meno i responsabili dell’accaduto».
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