Sua Maestà Yamaha M1

Ore 09:30
Varchiamo le porte del nuovo edificio polivalente del dipartimento d’ingegneria. Sulla strada che porta all’Aula Magna un manipolo di giovani studentesse non riesce a distrarre la nostra attenzione nello scovare dove sia nascosta l’inconfondibile Yamaha M1 del “dottor Rossi”.

Divisi per i vari e dispersivi corridoi dell’edificio, un flash ci suggerisce la giusta direzione. Eccomi, sono di fronte a lei, posso sfiorarla quasi con un dito; ha stravinto nel mondiale motoGP ed ora è parcheggiata nell’atrio della mia ex facoltà. Scatta la sindrome del giapponese e nel giro di 20 minuti metto a dura prova la mia fotocamera, faccio più di 70 scatti, la metto a nudo in ogni suo particolare: un composto di tecnologia allo stato puro, materializzata da componenti di altissima qualità come titanio, carbonio, kevlar e magnesio.

Sempre nell’atrio sono esposte moto storiche e altre ricche di fascino e prestigio. In altra seduta avrei dato loro la giusta attenzione, purtroppo i miei occhi sono posseduti dal giallo magnetico della “prima donna”.

Ore 10:15
Ha inizio la conferenza. Intervengono il prof. Massimo Oliveri, docente di modellazione geometrica delle macchine presso la Facoltà d’Ingegneria; Raffaele Prisco, pilota-collaudatore Yamaha; la dott.ssa Maria Luisa Carnazza, delegata dal Rettore; l’ingegnere Francesco Valenti, commissario tecnico ASI.

Il primo intervento è dell’ingegner Valenti, il quale illustra la storia dell’evoluzione delle moto da corsa dal 1888 ad oggi attraverso esaustive slide, con esse abbiamo modo di apprezzare modelli come la Moto Guzzi, Norton, Yamaha, MV Agusta, ecc. Moto risalenti al 1930 circa, già in quel periodo ricche di soluzioni tecniche molto simili a quelle delle moto moderne.

Segue la seconda parte condotta da Raffaele Prisco ed il prof. Oliveri, che in perfetta armonia hanno saputo legare nozioni di meccanica ad informazioni di facile accesso anche ai non addetti ai lavori. Personalmente, la semplicità delle spiegazioni ha chiarito al sottoscritto alcune annose lacune in materia.

E così si arriva all’angolo delle domande da parte degli studenti. Non mancano spiritosi che chiedono se si possa includere in una moto di uso esclusivamente agonistico, la cui potenza sorpassi abbondantemente i 240 CV, un navigatore satellitare. Conclude il prof. Oliveri con preziosi consigli sulla sicurezza in strada, sull’uso del casco.

Finita la conferenza, l’ultimo pellegrinaggio alla meravigliosa sintesi di alta tecnologia, prima di salutarla definitivamente, nell’attesa di vedere un giorno il nuovo modello che debutterà per la nuova stagione del motoGP.
 
Permettetemi una piccola digressione dedicata ad un intervento del prof. Oliveri sulle partnership tra la Facoltà d’Ingegneria e diverse aziende auto e motociclistiche di respiro internazionale, che annualmente danno la possibilità a diversi studenti di effettuare stage di altissimo livello formativo e non poche volte la successiva  assunzione nelle stesse aziende.
Una realtà molto differente dalla nostra, che spero un giorno possa convergere con quella dei nostri colleghi d’ingegneria. 

Alfio Di Stefano

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