Studiare in Inghilterra, why not?

Studiare all’estero: più o meno il sogno di tutti gli studenti universitari italiani.
Le ragioni possono essere diverse: chi perché desidera mettere a frutto la conoscenza delle lingue, o impararne di nuove; chi perché proprio non ce la fa più a lottare con le istituzioni nostrane, e ha bisogno di cambiar aria; altri perché le risorse per ricerca e studio in altri Paesi sono più numerose. E tuttavia non sempre il sogno si tramuta in un’opportunità reale. Anche in questo caso le ragioni possono essere diverse, ma la principale è senz’altro l’inesistente informazione disponibile nei nostri atenei a questo riguardo.
 
In questo articolo (a cui ne seguirà un altro, la prossima settimana) ci occuperemo di corsi post-laurea in Inghilterra. Vedremo che titoli sono necessari per accedere, come si fa domanda, che differenze ci sono fra i vari atenei, quanto conta sapere la lingua; e cercheremo anche di sfatare alcuni miti, positivi e negativi, che aleggiano sulla vecchia Albione.
 
133 università
Su Universities UK, il portale delle università inglesi, sono registrati ben 133 atenei. Naturalmente essi non sono tutti uguali: il sistema educativo inglese è piuttosto gerarchico. In cima alla piramide si trovano le università di eccellenza: innanzitutto Oxford e Cambridge (fra le più antiche università del mondo), ma anche Birkbeck College London, London School of Economics, Durham e altre. C’è poi un gran numero di istituzioni che funzionano benissimo, ma sono meno prestigiose; ed esistono anche gli eredi dei vecchi politecnici, adesso ribattezzati università (ad esempio Anglia Ruskin a Cambridge e Oxford Brookes).
L’importanza di un’università inglese si deduce dal posto che occupa nella ‘top university league table’, una vera a propria classifica di tutti gli atenei che viene stilata ogni anno. In un Paese come l’Inghilterra, la classifica non è una vuota hit parade, ma ha delle ripercussioni importanti sulla vita dei dipartimenti universitari perché i dipartimenti migliori, o che sono cresciuti di più negli ultimi cinque anni, ricevono più fondi.
 
La lega delle migliori università
La ‘top university league’ classifica le università in base a nove criteri: soddisfazione degli studenti (al primo posto!), qualità della ricerca prodotta, qualità media degli studenti ammessi ai corsi, numero di insegnanti per studente, spesa effettuata per l’acquisto di libri e computer, spesa effettuata per i servizi (palestre, orientamento, servizi sanitari), percentuale di laureati con il massimo dei voti,  percentuale di studenti che hanno trovato impiego dopo la laurea, e infine percentuale di studenti che completano il corso di studi.
 
L’esistenza di questa classifica è una prima, fondamentale differenza fra il sistema universitario inglese e quello italiano, perché assicura un controllo sulla qualità dell’insegnamento e dei servizi che, soprattutto, tiene conto dell’opinione degli studenti. È un sistema molto più trasparente di quello italiano, anche se non mancano gli aspetti negativi. Uno dei problemi è che spesso insegnamento e ricerca vengono analizzati con strategie che hanno a che fare più con il marketing che con il sistema educativo: pubblicare o rendere felici gli studenti non è più necessariamente un dovere, ma diviene un imperativo di tipo commerciale.
 
 
La laurea e i corsi post-laurea
In tutte le università inglesi gli equivalenti della nostra laurea (abbreviati B.A. o M.A.) durano tre anni o, nei casi di alcune discipline scientifiche e talvolta di Lingue, quattro anni. Chi vuole proseguire con corsi post-laurea di solito accede a un programma di Master, anche se non mancano casi nei quali è possibile accedere direttamente al dottorato.
 
I programmi di Master sono fra i più differenziati a seconda dell’università. Possono avere nomi e abbreviazioni oscuri, quali M.Phil. (che sta per ‘Master of Philosophy’, anche se non lo prendono solo i filosofi!) o M.Sci. (‘Master of Sciences’). Possono durare da un minimo di nove mesi a un massimo di due anni. Possono combinare ricerca indipendente e lezioni oppure concentrarsi solo sulla ricerca. Ogni facoltà ha di solito diversi programmi di Master rispondenti a diverse tipologie di studenti.
 
Il punto di arrivo della carriera di ogni studente è il dottorato di ricerca, di solito abbreviato con Ph.D. (dal Latino Philosophiae Doctor), ma ad Oxford eccentricamente chiamato D.Phil. (Doctor of Philosophy). In Inghilterra, differentemente dagli Stati Uniti, il Ph.D. è quasi esclusivamente costituito da ricerca indipendente e dura un massimo di tre anni (negli USA si parte da cinque). Il funzionamento del Ph.D. non è diverso da quello del dottorato italiano: i dottorandi hanno una borsa di studio (o mezzi di sostentamento propri), incontrano periodicamente il proprio tutor, partecipano a seminari e incontri di ricerca, o fanno parte di un laboratorio. Lo scopo del dottorato è la produzione di una voluminosa tesi, che viene esaminata (molto seriamente) dopo circa due-tre mesi dalla sua consegna.
 
Come scegliere un’università e un corso post-laurea
Non ci sono regole fisse per fare domanda per un corso post-laurea in Inghilterra: molto cambia secondo l’università e la facoltà di scelta, il tipo di corso, e naturalmente anche le scelte personali. Uno dei primi criteri di scelta dovrebbe essere quello della rilevanza dell’attività di ricerca di un dipartimento ai propri interessi. Non tutte le università inglesi, infatti, hanno lo stesso tipo di dipartimenti e alcune sono all’avanguardia in alcuni campi ma non in altri. Il secondo, importante, criterio, è l’esistenza di fondi disponibili per studenti stranieri come vedremo sotto. Infine, è importante considerare i criteri di ammissione delle singole università, che possono cambiare notevolmente: più l’università è importante, più alto è lo standard richiesto. Questo tipo di informazioni burocratiche è disponibile sui siti internet delle singole università/dipartimenti. In alcuni casi, una buona idea è quella di mettersi in contatto direttamente con il professore col quale si vuole lavorare: a dispetto della reputazione di ‘freddi’ e ‘antisociali’ degli inglesi, gli accademici britannici sono molto disponibili e non c’è bisogno di fare domanda in carta bollata per ricevere risposta a un email! In alcuni casi, particolarmente nel caso delle scienze, il professore di riferimento potrebbe proporvi un incontro esplorativo, utile per capire un po’ meglio come fare la domanda.
 
Da dove partire
Il punto di partenza necessario per chi vuole fare domanda per un corso post-laurea è quello di controllare la sezione “postgraduate studies” del sito internet dell’università scelta. A Cambridge ad esempio esiste un’agenzia deputata solo a questo: il Board of Graduate Studies, dagli studenti affettuosamente abbreviato Bogs, che vuol dire anche ‘palude’ – forse perché Cambridge è famosa per il suo clima umido, forse perché nei momenti peggiori di un dottorato si ha proprio l’impressione di essere impantanati.
La pagina iniziale del sito non promette molto bene: “Il lavoro post-laurea a Cambridge è intenso e intellettualmente molto impegnativo e quindi l’università ha criteri di ingresso molto alti”. Tuttavia, se stuoli di studenti di ogni Paese ce l’hanno fatta la situazione, non dev’essere poi così drammatica.
 
Nella prossima puntata ci occuperemo dei criteri d’ingresso, dei fondi a disposizione per mantenersi agli studi, di personal statement e progetti di ricerca. Intanto, se volete fare domande alla nostra esperta, contattatela nei commenti a questo pezzo oppure tramite l’email di redazione (redazione@step1.it). Stay tuned.
 
Links
www.universitiesuk.ac.uk : portale delle università inglesi
www.thecompleteuniversityguide.co.uk: sito pieno di informazioni sull’università in Inghilterra (utile per chi vuole fare la laurea piuttosto che il post-laurea)
www.prospects.ac.uk: portale per gli studenti post-laurea con alcune informazioni utili
www.ielts.org/: sito del certificato IELTS
http://www.britishcouncil.org/it/italy: British Council in Italia
http://www.admin.cam.ac.uk/offices/gradstud: Cambridge Board of Graduate Studies
www.times.co.uk: sito internet del quotidiano The Times: ha una sezione su Education molto buona
www.guardian.co.uk: sito internet del quotidiano The Guardian: ha un’importante sezione su Education
www.ahrc.ac.uk: sito dell’AHRC
www.esrcsocietytoday.ac.uk : sito dell’ERSC

Olga Tribulato

Recent Posts

Vita da eurodeputato, viaggio tra i parlamentari siciliani alle prese con la plenaria a Bruxelles

È la capitale più piovosa d'Europa, una città moderna con un cuore medievale, oltre 2,7milioni…

59 minuti ago

Chiesto il rinvio a giudizio per i presunti mandanti dell’omicidio del sindacalista Mico Geraci

La procura ha chiesto al gup di Palermo Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei presunti mandanti…

11 ore ago

Catania, bambina muore subito dopo il parto. Presentato esposto in Procura

Una neonata è morta ieri subito dopo il parto nell'ospedale Garibadi-Nesima di Catania. A dare la…

12 ore ago

Siccità in Sicilia, il ministero delle Infrastrutture approva il piano per i dissalatori: costerà 50 milioni con fondi regionali

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rende noto che oggi, alla presenza del ministro…

12 ore ago

Palermo, in una dimostrazione a scuola davanti a dei bambini la polizia municipale spara a salve e simula un arresto

Una dimostrazione davanti a bambini e bambine dell'asilo e della scuola primaria, con colpi di…

13 ore ago

Processo per il depistaggio sulla strage di via D’Amelio, rinviati a giudizio quattro poliziotti. Il pm: «Assoluta malafede»

Rinviati a giudizio con l'accusa di depistaggio. Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e…

17 ore ago