Studenti, stop alle occupazioni. Restano i movimenti che hanno scosso la Sicilia

La proposta di legge Aprea (dal nome della ex deputata PDL, ora assessore alla istruzione in Lombardia) sull’autonomia della scuola, accusato non solo di minacciare le pari opportunità rendendo gli istituti troppo simili a industrie,  ma anche di minacciare i diritti degli studenti. sembra essersi arenata.

Un ruolo fondamentale è stato certamente svolto dal mondo della scuola, associazioni e movimenti che all’unisono hanno detto no. La lotta degli studenti è servita e, conferma, che c’è un movimento spontaneo di giovani generazioni, che spesso i media ignorano, ma c’è ed è attivo.

Intanto, raggiunto questo primo obiettivo, gli studenti smantellano le occupazioni delle loro scuole. Oggi è stata la volta del Liceo Classico Ugo Foscolo e del Liceo Scientifico Leonardo Sciascia di Canicattì (Ag). Ce lo racconta uno studente: 

“Cari lettori, oggi si è chiusa la nostra occupazione. Oggi alle 11:00 si consegnavano, sulle stesse scrivanie che hanno visto qualche settimana prima l’attestazione dello stato d’occupazione, i fogli con il ritiro delle firme e il ripristino delle normali attività.

Possiamo definire conclusa una protesta che non si è  semplice “perdita di tempo”, sterile e improduttiva. Possiamo annunciare, invece, la fine di una mobilitazione che ha visto non più i licei di Canicattì soli contro un decreto ma un movimento che ha scosso la provincia.

La zona che a gran voce possiamo chiamare “Area 51”, quella rete che ha fatto si che si muovessero all’unisono diverse scuole, di diversi paesi, di diverse ideologie e di diverse nature. “Da Nissa a Girgenti avunque è Legnano”, fatemi passare questo storpiamento dell’inno di Mameli per indicare al meglio quello che è accaduto in questa settimana.

Si è partiti quel 14 novembre 2012, giorno in cui i rappresentanti delle scuole dell’hinterland di Canicattì si sono incontrati per la prima volta, per parlare di una forma di protesta che potesse essere incisiva sul territorio. Perché il problema che più di tutti ha segnato le mobilitazioni della zona è quello della mancanza di risonanza.

Quel giorno si è voluto porre rimedio con la creazione di un unico blocco, di un unico schieramento e da lì è nato “Area 51”. Quel gruppo il cui logo è stato mandato nel lunedì seguente (19 novembre) a tutte le testate giornalistiche della zona, affinchè potesse essere visto da più persone possibili. Quello stesso lunedì i licei di Canicattì hanno dato inizio alla loro occupazione che si è svolta attraverso sportelli, momenti culturali, eventi ricreativi che hanno dato modo a tutti gli studenti di dare voce alle loro idee e alla loro creatività.

La prima settimana ha visto anche un aggrovigliarsi di telefonate da Caltanissetta ad Agrigento, da Casteltermini a Ravanusa per chiarimenti, consigli, impostazioni e avvii per una protesta congiunta che potesse abbracciare tutta la “Valle del Salso”. Non solo, in quella prima settimana anche le classi quinte dei due licei hanno partecipato all’occupazione portando, nella straordinaria orchestra, i loro ottoni d’esperienza misti a voglia di fare. 

Durante questo periodo è anche stato fatto un enorme flash mob che ha tenuto impegnati i ragazzi nelle rispettive scuole dove hanno riproposto il logo del gruppo stesso. Da non dimenticare anche i comunicati, gli articoli e i convegni, ognuno metodo più incisivo dell’altro per poter informare la comunità su ciò che stava accadendo.

Preme anche ricordare come l’impegno di tutti sia stato più che valido affinchè si potesse mandare avanti quella protesta che a gran voce gridava “Non ApreaMO a nessuno, siamo occupati”.

Gaetano Gatì, portavoce del Movimento  Studentesco Area 51

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Redazione

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