Studenti di licei ed istituti tecnici nei laboratori universitari

Grazie al progetto “La scienza nelle scuole” organizzato dall’Istituto di studi e ricerche “Centro Fermi”, diretto dal professor Antonio Zichichi, presidente della “World Federation of Scientists”, un numero significativo di studenti delle scuole superiori italiane avrà l’opportunità di collaborare in maniera impegnativa, con tanto di ruoli di responsabilità, ad un esperimento di fisica. Il programma, è anche denominato “EEE project” (Extreme Energy Events) e non prevede una delle solite visite scolastiche, poiché agli studenti sarà data una responsabilità precisa: essi infatti dovranno apprendere le tecniche di progettazione di un sistema di rivelatori capace di misurare alcune proprietà fondamentali dei raggi cosmici.

Si capisce dunque come questa esperienza possa essere una base concreta per il futuro di questi ragazzi, un modo concreto per avvicinarli al mondo della scienza. Già, oggi si registra una grave crisi delle vocazioni scientifiche, come dimostra il modesto numero di iscrizioni alle facoltà di Fisica, Chimica e Matematica. A questo proposito un ponte diretto fra la scuola ed il mondo della ricerca potrebbe invertire questa tendenza? Questa la domanda che è stata posta ad Antonio Zichichi, il quale ha risposto che questo fenomeno era già stato previsto da Enrico Fermi circa cinquant’anni fa. Secondo il rinomato esperto di fisica poco si è fatto per far conoscere al grande pubblico il motore del progresso tecnologico. Le scoperte scientifiche, infatti, rappresentano una grande sorgente di valori, non in conflitto bensì in comunione con la sfera trascendentale della nostra esistenza. Solo quando questo ideale sarà più accettato si potrà prevedere un’attenzione maggiore per gli studi scientifici.

Andiamo a scoprire brevemente quale patrimonio potrebbe rappresentare per l’umanità l’oggetto di studio di questo progetto. Si tratta di analizzare il flusso dei raggi cosmici, scoperti all’inizio del secolo scorso. Dopo circa cent’anni di ricerche teoriche e sperimentali, la nuova frontiera nello studio di questa radiazione, che arriva sulla Terra da ogni parte del Cosmo, è rappresentata dai valori estremi dell’energia che tali raggi trasportano. In questi ultimi anni i ricercatori hanno fatto dei passi da gigante ed hanno associato il flusso dei raggi cosmici alle variazioni climatiche del nostro pianeta. Esso infatti determina la produzione di un isotopo che si deposita nelle calotte polari, capace di provocare un mutamento delle condizioni atmosferiche. Abbiamo detto che questi flussi derivano da corpi celesti, primo fra tutti il sole. Esso è l’elemento che più degli altri determina un grande effetto sulle variazioni del clima. La produzione del flusso di raggi cosmici provenienti dal sole dipende dal numero di macchie presenti nella sua superficie. Se infatti aumenta il numero di macchie solari, aumenta lo schermo protettivo del campo magnetico solare e si riduce quindi il flusso. L’altra scoperta deriva da un altro tipo di flusso proveniente dagli altri corpi celesti prossimi al nostro pianeta. Esso ha determinato le cosiddette grandi estinzioni sulla Terra ed anche se non dovrebbe esserci un legame con il flusso dei raggi cosmici, il suo andamento risulta essere un problema di grande attualità e quindi degno di essere studiato.

Anche se non tutti siamo esperti di scoperte scientifiche, non è difficile comprendere come lo studio dei valori di questi flussi possa esserci utile a capire quali saranno le prossime sorti del nostro pianeta. Sarebbe come poter viaggiare nel futuro per scoprire cosa esso ci riserverà.
Il 4 dicembre del 2006, il neo rettore dell’ateneo catanese Antonino Recca, in visita al Comune ed alla Provincia di Catania, ha ancora una volta sottolineato il suo impegno nella ricerca scientifica. La sua visita non è stata casuale dato che lo stesso giorno si sono celebrati i trent’anni dalla fondazione del Laboratorio Nazionale del Sud, fiore all’occhiello dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Presenti anche il sindaco di Catania Umberto Scapagnini e per l’appunto Antonio Zichichi.
I partecipi all’avvenimento, oltre a rinnovare l’impegno comune per favorire lo sviluppo della cultura universitaria e l’ingresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro, hanno ricordato il progetto organizzato dal “Centro Fermi”, che fra le tante scuole italiane considerate ne ha scelta anche una catanese: il Liceo Scientifico Galileo Galilei. Gli studenti di questa scuola avranno quindi una grande opportunità, che probabilmente lascerà un segno indelebile anche nella loro prossima carriera universitaria.

Per concludere il progetto “EEE” fa parte delle azioni volute dal Ministero dell’Istruzione, per far si che la scienza possa entrare a far parte della forma mentis delle nuove generazioni. Portare nelle scuole questi temi risulta essere un motivo nuovo ed efficace per attirare l’attenzione di giovani energie intellettuali e chissà, anche di potenziali futuri scienziati.

Gianluca Nicotra

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