Gli studenti in Germania possono dare voti ai professori. Non è uno scherzo: è già da tempo prassi sul sito www.spickmich.de. E il tribunale di Colonia, quarta città del paese, ha dato ragione ai giovani nella sentenza con cui ha respinto le proteste di un’insegnante, che si sentiva diffamata dai giudizi negativi dei suoi allievi e vedeva nell’uso del sito una violazione del dovere di rispetto della sua personalità e del diritto alla privacy.
Il sito esiste da qualche tempo e già conta almeno 150mila utenti registrati. Su www.spickmich.de i ragazzi possono comunicare tra loro, esporre in loro scritti online la situazione nella loro classe e nella loro scuola, ed esprimere giudizi positivi o negativi sugli insegnanti. C’è una scala di misura per dare voti e giudizi ai professori, in questa nuova situazione nata nel mondo virtuale che capovolge i ruoli rispetto al mondo reale della scuola: chi deve distribuire giudizi e voti da soggetto diventa oggetto di giudizi e voti degli alunni.
La scala comprende diverse categorie. Nei giudizi, un professore stimato può essere giudicato “ben preparato”, “uno che dà voti giusti”, oppure “un tipo cool e spiritoso”. Quanto ai voti, sono come i voti del sistema scolastico tedesco, ma sul sito premiano o puniscono appunto gli insegnanti e non gli studenti. I voti vanno da 1 a 6 in ordine decrescente: 1 è come il nostro dieci, uno più è dieci e lode. Fino al tre meno compreso si è sufficienti. Quattro o quattro più sono insufficienze migliorabili, da quattro meno a sei sono insufficienze decise.
L’insegnante che si era rivolta alla giustizia per bloccare il funzionamento del sito è professoressa a Neukirchen-Vluyn, nel nordovest. E i suoi studenti non erano stati teneri: le avevano affibbiato appena un 4,3 come voto. Insomma una brutta, grave insufficienza. L’insegnante e i suoi legali hanno protestato denunciando la violazione dei diritti della persona. Ma i giudici – in prima istanza qualche mese fa, ora in appello – le hanno dato torto. Il portale internet www.spickmich.de, dicono i magistrati, offre valutazioni affidabili su quali professori sono competenti e offrono alle loro classi lezioni interessanti e valide. E così il sito, continuano i giudici, offre un servizio valido e utile agli studenti ma anche alle loro famiglie. Il tribunale non si è pronunciato sulla questione se anche giudizi come “insegnante sexy” o “insegnante brutto” siano leciti o no.
Le associazioni degli insegnanti hanno duramente protestato. “Le leggi sul Datenschutz, cioè sulla tutela della privacy, con questa sentenza vengono prese meno sul serio per i professori che per gli altri cittadini“, ha detto il presidente dell’associazione dei filologi, Heinz-Peter Meldinger, alla Sueddeutsche Zeitung. Il sindacato degli insegnanti (Gew) afferma che internet non è il luogo adatto per una valutazione della qualità del lavoro del personale docente. Ma finora, la sfida l’hanno vinta gli studenti.
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