StraPalermo, il paraplegico Dario tenta il record «Mi avevano detto che non avrei mai camminato»

«Il messaggio che voglio dare è che la vita è bellissima e va vissuta fino in fondo, le difficoltà ci sono ma non bisogna mai abbattersi». Le parole di fiducia e speranza vengono da Dario Bartolotta, giovane palermitano reso paraplegico da un terribile incidente con la moto. Non solo parteciperà alla StraPalermo sulle proprie gambe, attraverso l’ausilio di una protesi motorizzata che gli consente di mantenere una posizione eretta, ma tenterà persino di battere il record mondiale, finora fissato a 11 chilometri di percorrenza. 

Una sfida con se stesso che Dario ha deciso di intraprendere dopo aver saputo che il fratello normodotato avrebbe partecipato alla gara podistica che si terrà nel capoluogo siciliano il 19 marzo. «Quando mi ha detto che voleva correre io gli ho risposto che volevo farlo pure io – racconta -. Sono rimasti ovviamente tutti a bocca aperta. Io voglio provare a percorrere dodici chilometri, in Israele un ragazzo ha percorso dieci chilometri con questo sistema, il record mondiale però è stato effettuato a Milano con gli undici chilometri di una ragazza, Manuela Migliaccio».

Dario è il primo paraplegico ad utilizzare in Italia il sistema ReWalk Argonella, attraverso l’integrazione di un esoscheletro da indossare e controllare attraverso un sistema computerizzato e sensori di movimento. Cinque anni fa l’episodio che incide sulla sua vita. «Ho perso l’uso delle gambe dopo un terribile incidente con lo scooter – racconta -. All’inizio è stato un trauma, considerando che cinque mesi dopo avrei dovuto sposarmi. Mi avevano detto che non avrei più potuto camminare. Entri in un tunnel in cui non vedi via d’uscita, la disabilità era comunque un mondo nuovo per me. Figuriamoci se io pensavo a fare maratone, volevo solo ritornare quello di una volta».  

Dopo una prima fase di faticoso recupero Bartolotta è stato ricoverato nel centro di riabilitazione Villa Beretta dove ha raggiunto un alto livello di indipendenza motoria. Forza di volontà e voglia di vivere sono state le due stelle polari dalle quali è ripartito. «Dico sempre che il mio è un equilibrio sopra la follia – dice parafrasando il noto verso di Vasco Rossi -. Col Rewalk ti affidi ai sensi, ci vuole molta sensibilità. E il 22 agosto 2014 sono riuscito a coronare il mio sogno, cioè quello di sposarmi in piedi al duomo di Monreale». 

Oggi Dario è padre di un bambino di due anni, figlio e moglie saranno domenica a bordo del tracciato per assistere al tentativo di una vera e propria impresa. «Vivo la mia disabilità in maniera quotidiana – afferma come se nulla fosse – vado al lavoro, guido, mi sono dato allo sport e mi cimento da tempo con la bibicletta, che uso attraverso le mani come fa il pilota Alex Zanardi». E una città come Palermo come è attrezzata per un uomo che avrà pure un handicap ma ha anche una straordinaria energia? Dario si lascia sfuggire un sorriso, poi spiega:  «Sì, le barriere architettoniche ci sono e il parcheggio per i disabili è sempre occupato. Una volta ho girato un’ora per la città alla ricerca di un posto che non fosse preso, e quando poi l’ho trovato sono stato chiuso da due auto a fianco, come se non avessero considerato che avevo una carrozzina. Ma non credo che da altre parti sia diverso». 

E proprio nella sua città natale questo weekend Dario proverà a tracciare un record mondiale che prima di tutto è una sfida con se stesso. «Mi sento pronto, mi sono allenato a dovere – dice fiducioso. L’unico problema potrebbero essere le barriere architettoniche durante il percorso». L’ultimo ostacolo per un sognatore che finora ha sempre vinto. 

Andrea Turco

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