Strage via D’Amelio: “Scandalosa la mancanza di una commissione di inchiesta”

“Dobbiamo vigilare perche’ la condizione di isolamento che visse Borsellino non si ripeta, dobbiamo pretendere che nella direzione della ricerca della verita’ si impegnino, non solo a parole, politica e istituzioni e cessino reticenze e omerta’ che hanno ostacolato un pieno accertamento della verita’”. Lo ha detto il presidente dell’Anm di Palermo, Nino Di Matteo, pm della DDa, intervenendo alla commemorazione di Paolo Borsellino a palazzo di Giustizia. “Dobbiamo continuare a cercare la verita’ -ha aggiunto- senza paura e timore di imbatterci in segreti imbarazzanti. Questo e’ l’unico modo di ricordare la memoria dei nostri morti”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Antonio Ingroia: ” La magistratura si e’ impegnata “per far entrare la luce della verita’ in questa stanza ma la verita’ non potra’ entrare se non ci sara’ un impegno collettivo. Ci sono stati troppi luoghi del nostro Paese, dentro e fuori le istituzioni, che hanno guardato altrove, a volte hanno addirittura ostacolato la magistratura e non hanno creato la condizioni perche’ questa verita’ emergesse” ha dichiarato il procuratore aggiunto di Palermo. Che aggiunto: “E’ scandaloso che non si sia mai istituita alcuna commissione che indaghi sulle stragi del ’92 e del ’93 e sulla trattativa Stato-mafia”.  

Parole che pesano come un macigno dopo i fatti dei giorni scorsi che hanno visto il Presidente della Repubblica, Giorgio  Napolitano, scagliarsi contro i magistrati di Palermo con il ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto d’attribuzione.

E non a caso,  il capo dello Stato, nel messaggio inviato ai pm del capoluogo siciliano, sente di ribadire che il suo intento è solo quello di eviatare confusioni o sovrapposizioni nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia.

Parole che non convincono Antonio Di Pietro, leader dell’Idv: “Il  conflitto di attribuzione, sollevato dal capo dello Stato rispetto alla gestione delle intercettazioni delle sue conversazioni con l’ex ministro Mancino disposte dai pm di Palermo, e’ un atto formalmente corretto ma dirompente ed inopportuno perche’ il presidente poteva risolvere la questione in modo diverso, ad esempio attraverso un messaggio alle Camere’.

Allarmante  il commento di Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso 20 anni fa nella strage di Via D’Amelio: “Temo per i magistrati che stanno indagando, temo che non potendo usare i soliti metodi per isolarli, come hanno fatto ad esempio con De Magistris, ricorrano ad altri mezzi che ci ricordano periodi tristissimi che abbiamo già vissuto”.

19 luglio 2012

Paolo Borsellino, la strage di Stato vent’anni dopo
Trattative Stato-mafia: le verità di Salvatore Borsellino
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Redazione

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