Il pubblico ministero Andrea Maggioni ha chiesto 20 anni di carcere per il tunisino Khaled Bensalem, 36 anni, accusato di disastro ed omicidio colposo plurimo. L’immigrato sarebbe — secondo l’accusa — lo scafista dell’imbarcazione che il 3 ottobre del 2013 si ribaltò a qualche centinaio di metri dalla costa di Lampedusa, provocando 366 morti. Il tunisino viene processato con il rito abbreviato davanti al giudice Stefano Zammuto.
La richiesta di condanna di oggi arriva a 15 giorni di distanza dalla sentenza con la quale il 34enne somalo Mouhamud Elmi Muhidin è stato condannato a 30 anni per i reati di tratta di esseri umani, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale. I superstiti furono sentiti dagli inquirenti prima che, acquisito lo status di rifugiati, potessero raggiungere altri Paesi europei. Raccontarono di essere stati rapiti nel deserto da uomini armati e di essere stati portati a Seebha, al confine tra Ciad e Libia, e tenuti prigionieri. Per la loro liberazione e la continuazione del viaggio verso l’Italia, i familiari furono costretti a inviare tremila dollari per ciascuno. Soldi che sono finiti nelle casse della banda di sequestratori.
Secondo i loro racconti, durante la prigionia furono torturati: un giovane ha raccontato di essere stato appeso a testa in giù e picchiato sulla punte dei piedi, altri di essere stati frustati con fili elettrici dopo essere stati bagnati d’acqua. Tutti hanno riferito che le donne venivano portate fuori dalla casa e violentate. Dopo avere pagato il riscatto, sarebbero stati portati a Tripoli su dei camion e lì sarebbero stati chiusi in un’altra abitazione: solo in cambio di altri 1600 dollari sarebbero stati fatti salire su motoscafi. Su questi mezzi avrebbero infine raggiunto il barcone naufragato il 3 ottobre.
Oggi, i magistrati chiedono la condanna ventennale per il presunto scafista. All’interno dell’imbarcazione che navigava verso l’Italia i migranti, in quell’occasione erano quasi 500. Nelle prime ore, in 130 erano stati soccorsi e tratti in salvo dalla guardia costiera.
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