Spesso se ne parla a senso unico. Citando sofferenze e maltrattamenti. Ma tra le mura dei centri di accoglienza per migranti ci sono cuori che battono e voglia di riscatto. Persino aspiranti scrittrici. Come la nigeriana Odion Osayuki, da un anno ospite dello Sprar di Mineo, che ha appena ricevuto la notizia che il suo racconto, dal titolo La storia di Gloria, verrà pubblicato all’interno del volume Lingua Madre Duemiladiciotto – Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni Seb27), che sarà presentato al Salone internazionale del libro 2019 ed edito nel corso dell’anno.
«È la storia di una mia amica nigeriana che è rimasta nel nostro Paese e ha vissuto una terribile situazione – racconta Odion Osayuki a MeridioNews – Nel racconto si parla della sua cultura e della sua famiglia, delle cose che mi racconta quando ci sentiamo, ed è a conoscenza del fatto che ho scritto la sua storia».
Ventidue anni, da tre in Italia e da uno a Mineo, Odion è arrivata dalla Nigeria con un barcone ed è stata affidata a un centro per minori palermitano, finchè al raggiungimento della maggiore età è stata trasferita proprio a Mineo. Oggi è determinata a prendere la licenza media e a trovare un lavoro, anche nel campo della ristorazione. Sicuramente un lavoro dignitoso che le permetta di avere una casa e di poter restare in Italia. «Mi piace scrivere per conoscere me stessa e gli altri, scrivo cose che succedono attorno a me o storie inventate. Sono contenta del risultato del concorso e in futuro sogno di fare la scrittrice. In Italia, forse in Sicilia, dove sto molto bene».
«È il terzo anno che una ospite della nostra struttura viene premiata all’interno del concorso Lingua madre – commenta orgogliosa Mariella Simili, coordinatrice del centro di seconda accoglienza afferente al progetto Vizzini ordinari 2017-2019 e gestito dalla cooperativa San Francesco. Ogni anno ci impegniamo a promuovere questa attività e non possiamo che essere soddisfatti di questo risultato che conferma l’impegno come operatori dell’accoglienza nel far emergere i talenti e le peculiarità dei nostri ospiti, indirizzandoli verso il proprio futuro».
Il concorso, giunto alla quattordicesima edizione, è diretto a tutte le ragazze e donne straniere residenti in Italia – anche di seconda o terza generazione – che utilizzando l’italiano per approfondire il rapporto tra la loro identità, le loro radici e il resto del mondo che conoscono e vivono a poco a poco.
«Le ragazze che ospitiamo in questo momento sono molto organizzate – aggiunge Simili – oltre la scuola frequentano diverse attività, come il corso di alfabetizzazione, quello di cuoche e di parrucchiere, la palestra e i corsi di ballo. Lo fanno anche per avere certificazioni utili per trovare lavoro in futuro, sempre sulla base dei loro interessi, visto che il nostro progetto è temporaneo». Alcune sono in attesa dell’esito di commissione, altre aspettano di prendere il permesso di soggiorno di due o cinque anni. Nessuna può restare più di due anni allo Sprar, a meno che non debbano concludere il percorso di studi per prendere la licenza media.
«Il concorso Lingua Madre – Racconti di donne straniere in Italia lo abbiamo scoperto nel 2016, quando a Mineo venne organizzato un incontro al circolo di cultura in cui ci venne presentata questa opportunità, di cui abbiamo parlato subito alle nostre ragazze. Alla prima edizione hanno partecipato tre ragazze e sono stati scelti due racconti, quest’anno ha partecipato solo Odion e non vediamo l’ora di leggere la sua storia nel volume Lingua Madre Duemiladiciotto, perché è un risultato che ci inorgoglisce e ci incoraggia nel lavoro che svolgiamo ogni giorno a favore degli ospiti dei centri di accoglienza».
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