«Dal 4 gennaio Loris non si trova più in carcere». Loris Gagliano, il 24enne che ha ucciso il 27 gennaio scorso, a Licodia Eubea, la sua coetanea ed ex fidanzata Stefania Noce, e il nonno di lei, Paolo Miano, 71 anni, è adesso in osservazione all’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Gino Ioppolo, l’avvocato difensore del ragazzo, preferisce non sbottonarsi: «Siamo nelle prime fasi delle indagini preliminari afferma E il giovane, dopo il primo interrogatorio (nel quale aveva ammesso di aver colpito la ragazza e il nonno, ndr), non è stato più sentito».
«Amavo Stefania più della mia stessa vita», aveva detto Gagliano al suo legale due giorni dopo l’omicidio, mentre era ancora detenuto all’interno della casa circondariale di Ragusa. A poche ore dal delitto, si era pensato a una lite finita male. Ma le scoperte delle forze dell’ordine hanno evidenziato una possibile premeditazione del gesto. E la procura di Caltagirone sta indagando per dimostrarlo.
Nella Ford Ka con la quale Loris Gagliano era fuggito dopo l’omicidio, è stato ritrovato un coltello, ancora insanguinato, con una lama lunga 11 centimetri. E poi una katana e tre coltelli a serramanico. Tutte armi bianche delle quali è autorizzata la vendita ma vietato il trasporto. Gli abiti di lui erano ancora inzuppati di sangue e sono stati acquisiti come prove. Ma a indirizzare gli inquirenti verso la premeditazione sono anche altri elementi. Giuseppe Nicotera, luogotenente della stazione di Licodia Eubea, aveva parlato di un appostamento notturno del ragazzo all’interno di una baracca a 12 metri di distanza da casa di Stefania Noce. «Teneva sotto controllo l’abitazione della sua ex fidanzata aveva raccontato Abbiamo ritrovato sul posto una balestra carica, puntata in direzione della porta d’ingresso dell’appartamento di lei». Come se questo non bastasse, i freni dell’auto della madre di Stefania erano stati manomessi, e i bulloni delle ruote erano stati allentati.
Al momento dell’arresto, Gagliano era in stato evidentemente confusionale. «Non ricordo bene, ma forse ho colpito Stefania con un coltello, e forse cera anche qualcun altro della sua famiglia», aveva detto spontaneamente ai militari della compagnia di Vittoria. L’autopsia sulle due vittime ha rivelato che per la ragazza studentessa alla facoltà di Lettere moderne dell’università di Catania è stato fatale un colpo alla carotide, mentre per il nonno svariate coltellate alla schiena, tra le clavicole e la testa.
La scorsa settimana, a un mese dalla morte di Stefania, a Catania le sono state dedicate un’assemblea pubblica e una fiaccolata. In quell’occasione, suo padre, Ninni Noce, aveva detto ai partecipanti: «Oggi ho rivisto Stefania in tutti voi».
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