Non è chiaro cosa sia successo. Forse stava per uscire dall’acqua e terminare la sua immersione, quando di lui si sono perse le tracce. E non l’ha più visto neanche l’altro sommozzatore che era sceso in mare nella stessa zona, mercoledì sera, e che lo aveva incontrato durante una battuta di pesca. Di Franco Giuffrida, 64enne di Aci Sant’Antonio, non si hanno ancora notizie. A denunciarne la scomparsa è stato il figlio, giovedì mattina, dopo che per tutta la notte suo padre non era tornato a casa. Le ricerche continuano nello specchio d’acqua di fronte al numero 90 di via Spiaggia, sul lungomare di Stazzo (frazione marinara di Acireale). A circa 200 metri di distanza c’è una piazzetta con una statua di padre Pio, dove stamattina si sono radunati i residenti. Sulla strada c’è ancora l’automobile parcheggiata dall’uomo prima di sparire, di fronte a una scivola che permette un agevole accesso in acqua anche d’inverno, quando le condizioni meteorologiche non sono sempre delle migliori. «Quella di solito pare una piscina», dice chi vive e lavora in zona.
Ma mercoledì la piscina non era serena. C’era un forte vento in superficie che alzava le onde e la corrente spingeva verso Sud, cioè verso la zona di Pozzillo. Il gommone della guardia costiera continua a perlustrare la zona, mentre i gruppi sommozzatori della capitaneria di porto e dei vigili del fuoco proseguono le immersioni ormai da due giorni. Il fondale, fino a qualche metro dalla riva, non è più profondo di sette, otto metri. Che poi sono le profondità alle quali si spingono, di solito, i pescatori. Poco oltre, però, c’è un salto di profondità: si arriva fino a cento metri e tutto è più difficile. L’ipotesi che il corpo sia rimasto incastrato sul basso fondale resta fondamentale per i sommozzatori, che perlustrano il punto d’uscita dell’immersione. Anche se tra gli addetti ai lavori non manca un certo scetticismo: «Sono due giorni che lo cercano, se fosse lì lo avrebbero già ritrovato. Bisogna pensare al percorso che può avere fatto per pescare».
Secondo una prima ricostruzione, per la sua battuta di pesca Giuffrida si sarebbe diretto verso Nord – cioè verso Messina -, mentre l’altro sub sarebbe andato a Sud – verso Catania. Al momento di uscire, il secondo uomo avrebbe visto la luce della torcia del disperso nella zona del punto di uscita. Motivo per il quale, confermano dalla capitaneria di porto, le ricerche si stanno concentrando in quel punto e nell’area circostante. «È una zona di fondale lavico – dicono dalla guardia costiera – è difficile individuare elementi utili tra le rocce». Così come pare difficile che il corpo possa risalire a galla, nel caso in cui gli siano rimasti attaccati i pesi usati per mantenersi vicino al fondo per la pesca. In ogni caso, ieri e oggi oltre alle motovedette sono usciti in cerca di Franco Giuffrida anche gli elicotteri. Per il momento, però, non ci sono novità. Le ricerche dovrebbero proseguire anche domani, mentre i pescatori della zona di Stazzo sembra stiano organizzando alcune uscite in mare indipendenti per tentare di aiutare le forze dell’ordine.
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