Piccola marcia indietro per i sostenitori del contestatissimo Statuto d’Ateneo. La nuova carta entrata in vigore tra le polemiche lo scorso 15 dicembre, dopo aver incontrato il parere sfavorevole del Ministero, con voto unanime è stata modificata dal Senato accademico durante la seduta di martedì seguendo proprio le indicazioni ignorate qualche mese fa. Due le modifiche principali. Una riguarda l’abolizione della contestastissima norma che prevedeva la decadenza del Senato accademico nel caso in cui il corpo elettorale avesse bocciato un’eventuale mozione di sfiducia al rettore proposta dallo stesso Senato. L’altra novità è laumento della componente studentesca nel Senato accademico (da cinque a sei rappresentanti) e nel Nucleo di Valutazione (da uno a due rappresentanti), nel rispetto della percentuale minima del 15% richiesta dal Ministero».
Cambiamenti non da poco, che si aggiungono a quello relativo all’inserimento dei due riferimenti alle leggi Gelmini (240/2010) e Brunetta (150/2009) nell’ambito dell’esercizio dell’autorità disciplinare da parte del rettore. Secondo i consulenti del Magnifico, non erano necessarie altre limitazioni che – evidentemente – in questa revisione sono parse opportune. Viene, inoltre, arrotondato in eccesso il numero di rappresentanti del personale tecnico-amministrativo che fa parte dell’elettorato attivo (calcolato sul dieci per cento dei docenti).
Insomma, l’Ateneo torna indietro accogliendo le indicazioni fornite dal direttore generale delluniversità Daniele Livon che erano state invece ignorate dai vertici di Palazzo Centrale, costringendo il Miur a fare ricorso al tribunale amministrativo con il quale si chiedeva una sospensione dello Statuto. Esattamente una settimana fa la sezione catanese del Tar ha rigettato la richiesta, facendo tirare un sospiro di sollievo in Piazza Università. In attesa del pronunciamento di merito dei giudici amministrativi, Unict gioca d’anticipo, cercando un’intesa con Roma. La scorsa settimana c’era già stato un incontro tra il rettore Antonino Recca e il ministro Francesco Profumo a Palermo. E nei prossimi giorni è già stato annunciato un nuovo confronto «con lobiettivo dichiarato – fanno sapere dall’ufficio stampa d’Ateneo – di chiudere qualunque contenzioso tra il Ministero e lUniversità di Catania».
[Foto di Giofilo]
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