Il tribunale del lavoro di Catania, dopo quelli di Pesaro e Venezia, ha emesso un’ordinanza per far somministrare agli Spedali civili di Brescia le cure a pazienti con cellule staminali, secondo il metodo Stamina. Si tratta di due giovani pazienti, rispettivamente di tre e quattro anni: Smeralda, in coma dalla nascita per problemi durante il parto, che ha già fatto cinque infusioni, e Maria Vittoria, affetta da Sma1, una forma di sclerosi multipla, alla sua prima terapia. Secondo il loro legale, il nosocomio bresciano non ha ancora ottemperato alla decisione del tribunale emessa nelle scorse settimane che impone ai Civili di Brescia di cercare, dopo la decisione degli operatori dellazienda ospedaliera di sospendere ogni loro collaborazione alla somministrazione, nuovi medici anche all’esterno dell’azienda per trattare con il metodo di Davide Vannoni le due pazienti.
«Eventuali dichiarazioni di disponibilita? dovranno pervenire alla direzione sanitaria dell’azienda corredate di curriculum comprovante titoli ed esperienza pregressa, oltre che, del nulla osta dell’azienda di appartenenza» si legge in una nota pubblicata sul sito internet dell’azienda Spedali civili di Brescia. Si tratta, in particolare, di tre infermieri, due anestesisti, un infusore e un chirurgo ortopedico.
«La mia stima nei giudici aumenta di giorno in giorno. Si stanno rivelando persone di buon cuore e alta professionalità. Purtroppo però difficilmente troveremo qualche martire che vorrà aiutarci a riprendere le infusioni’». A dirlo è Marino Andolina, il medico di Stamina foundation, che commenta le due nuove ordinanze del tribunale di Catania. «Sconcertata per quanto sta accadendo», si dice invece il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Sono bizzarrie che stanno ledendo l’immagine dell’Italia considerata -afferma Lorenzin – da sempre come la Patria del metodo scientifico, del rigore, delle prove». Secondo il ministro è dunque «necessaria un’azione forte di governo e parlamento a tutela dei malati e delle famiglie».
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