Debiti per circa cinque milioni di euro, una situazione economica «disastrosa», almeno quattro mesi di stipendi dei lavoratori in arretrato e le continue visite dell’ufficiale giudiziario per tentare di pignorare le poltrone. Le sabbie mobili che danno il titolo allo spettacolo che debutta stasera sembrano quelle in cui si muovono i lavoratori del teatro Stabile di Catania e i componenti del consiglio di amministrazione, parzialmente rinnovato alcuni mesi fa dopo le dimissioni dell’ex presidente Nino Milazzo. La questione torna d’attualità dopo la visita, stamattina, dell’ufficiale giudiziario al teatro Verga, come riportato dal quotidiano online LiveSicilia. «Siamo in condizioni gravissime e affrontiamo ogni giorno questioni finanziarie che si stanno abbattendo, tutte insieme, sulle nostre casse», conferma il successore di Milazzo, Salvatore La Rosa. Questa mattina un debito di poche migliaia di euro dovuti da anni a un’attrice si è tradotto nell’ennesimo simbolo di malessere.
«L’ufficiale giudiziario tornerà lunedì per altri due pignoramenti diventati esecutivi», spiega il segretario generale di Fistel Cisl Antonio D’Amico. «Ma altri ne arrivano in continuazione – continua D’Amico – Quello dei bilanci dello Stabile è un vaso di Pandora che non è stato ancora scoperchiato del tutto e che potrebbe aprire spazi a problemi ben più gravi che il pignoramento di qualche poltrona». Minaccia che, peraltro, al teatro Verga di via Giuseppe Fava arriva ciclicamente. «Non si parla mai, per esempio, degli arretrati dell’affitto della sala Musco di via Umberto», prosegue il sindacalista. Il piccolo teatro su cui si fonda l’esperienza dello Stabile «potrebbe essere a rischio». Meno preoccupanti, invece, sarebbero «le rate del mutuo della sala Verga che, seppure ancora da finire di pagare, almeno è di proprietà».
Ma per chi lavora all’interno del teatro, il vero problema è rappresentato dai rilievi fatti dall’assessorato regionale al Turismo. Il dirigente Sergio Gelardi, in una nota pubblicata questa mattina dal quotidiano La Sicilia, sottolinea su tutti l’esito negativo del Durc. Il documento che attesta la regolarità nei versamenti dei contributi. All’Inps mancherebbero oltre 200mila euro, che dovrebbero essere assorbiti dai prossimi finanziamenti in arrivo nelle casse del teatro. «Aspettiamo circa 300mila euro dal ministero per i Beni culturali, ma rimarranno fermi in banca e serviranno a pagare quei debiti – dicono dal teatro – Ci sono delle priorità da rispettare e non è detto che i lavoratori siano i primi. Perché spesso i finanziamenti non entrano neanche nelle nostre disponibilità».
Per lunedì mattina, anche alla luce delle osservazioni del dirigente Gelardi, è fissata una nuova riunione del consiglio di amministrazione. Con un’ordine del giorno che dovrebbe essere incentrato sui bilanci. Da farsi ci sarebbe una «ricognizione esatta della posizione debitoria dell’ente tramite il collegio dei revisori dei conti». «Sono guai frutto di un passato molto vecchio che ci lascia con l’acqua alla gola – conclude La Rosa – Quando sono stato nominato non pensavo che mi sarei ritrovato in questa condizione». E non lo pensavano neanche i lavoratori. La maggior parte dei quali avanza mesi e mesi di arretrati. Qualche anticipo dovrebbe essere stato versato prima di Pasqua, «a fronte, però, di grandi sacrifici fatti quotidianamente dai dipendenti – sostiene Antonio D’Amico – Alcuni non possono più permettersi neanche la benzina. Se continuano ad alzare e abbassare il sipario è solo per amore nei confronti del loro mestiere, e per rispetto nei confronti di attori e registi».
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