Il nostro giornale in ripetute occasioni ha chiesto ai Governi della Regione siciliana di dare notizie alla pubblica opinione circa l’andamento delle liquidazioni degli Enti economici. Ora a quegli appelli aggiungiamo la richiesta di notizie in relazione alla liquidazione del consorzio Ciem.
La liquidazione dell’Ente minerario siciliano, dell’Ente di sviluppo industriale e dell’Azienda asfalti siciliani – in sigle, rispettivamente, Ems, Espi ed Azasi – sono in essere da circa quindici anni. Ebbene, alla data odierna non si hanno notizie sullo stato delle loro liquidazioni, né della presunta conclusione delle loro rispettive procedure.
Si sa che, ogni anno, queste liquidazioni costano un sacco di soldi. E che paga la Regione. Per il resto, silenzio. (a sinistra foto tratta da impresalavoro.eur)
A questa prolungata procedura si è aggiunta, ormai da tre anni, anche la messa in liquidazione del Ciem, Questo Consorzio è nato su iniziativa del Governo regionale di Totò Cuffaro per l’inserimento dell’economia siciliana nell’area di libero scambio euromediterranea, istituita dallUnione Europea con la Risoluzione di Barcellona del 1995 ed entrata in attività dal 2010. Uniniziativa che ha visto la luce senza che l’economia siciliana abbia avuto la benché minima occasione di integrarsi in quest’area. Questo perché in Sicilia non abbiamo imprese manifatturiere capaci di competere nel mercato internazionale. Nella nostra Isola, infatti, le attività manifatturiere sono artigianali e perciò il loro traguardo commerciale si limita al mercato locale.
Vi sono, poi, altre aziende regionali inventate sempre dal Governo Cuffaro. Qualcuna opera dignitosamente, altre sono solo strumenti clientelari.
Sul fronte delle società regionali si attende una riforma che, adesso, dovrebbe arrivare per davvero, non per volontà politica, ma perché la Regione non ha più soldi.
Ferme restando le assunzioni di personale, si tratta di migliaia di persone che, nella maggioranza dei casi, non hanno granché da fare, ma percepiscono ugualmente stipendi.
Il problema di queste società non sono gli stipendi dei dipendenti, che sono nella media, ma nelle retribuzioni corrisposte ai presunti manager. Per non parlare delle preziose consulenze di cui si avvalgono detti manager. Consulenze pagate a tariffa piena e
Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafedemagari oltre. Un bel progetto di economia fittizia che con l’integrazione economica euro-mediterranea non ha nulla a spartire.
Tornando al Ciem, va detto che era stato messo nelle mani dei giovani industriali siciliani per dare loro modo di esprimersi nell’economia produttiva di quell’area con i risultati che abbiamo avuto modo di constatare. Ma siccome il lupo perde il pelo ma non il vizio, il ‘rivoluzionario’ presidente del Governo della Regione siciliana, Rosario Crocetta, per ‘rivoluzionare’ l’economia siciliana si avvale della collaborazione stretta (ce l’ha addirittura nel Governo) dei rappresentanti di
Tutti i Candidati del Movimento 5 StelleConfindustria Sicilia. Anche qui i risultati sulle politiche economiche perseguite dal Governo regionale sono all‘affacciu, tradotto: davanti agli occhi di tutti. Evviva! Ad majora!
Allo stato niente si sa anche di queste liquidazioni. Né ci aspettiamo che il Governo risponda a quest’ennesima sollecitazione. E non ritenendo di rivolgerci ai rappresentanti del Partito Democratico o a quelli del Megafono per ovvie ragioni – e cioè per il fatto che entrambe queste formazioni politiche anno avuto
modo di inserire professionisti a loro vicini (leggasi onorevole Cracolici per il PD e senatore Lumia per il Megafono) e quindi, presumiamo, non abbiano alcuno interesse a sollecitare la conclusione a breve delle liquidazioni in argomento – non ci resta che sperare nei rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, affinché con una loro interrogazione si facciano ragguagliare sullo stato delle procedure di messa in liquidazione sia degli ex enti economici regionali, sia delle società regionali in house tipo Ciem. Se son rose fioriranno.
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