IL DUBBIO E’ CHE L’ESECUTIVO VOGLIA SBARAZZARSI MI MILLE E 800 LAVORATORI
Sulle polemiche nate a seguito della riapertura della vertenza riguardante lemergenza occupazionale nel segmento dei Servizi formativi, i sindacati non ci stanno e rivendicano la correttezza del loro operato. Una vertenza che sembrava essersi chiusa con laccordo trilaterale dello scorso 7 giugno e che invece, con lapprossimarsi della scadenza delle attività finanziate con gli Avvisi 1 e 2 del 2010, prevista per il 30 settembre, è riesplosa nella sua drammaticità sociale ed economica. A riferirci le ragioni del sindacato, Giuseppe Raimondi, Responsabile regionale della Formazione professionale di Uil Scuola.
Raimondi, cosa non va giù al sindacato sulle responsabilità per la vertenza degli Sportelli multifunzionali riesplosa nelle scorse ore?
La posizione delle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo del 7 giugno 2013 è corretta perché, dopo la manifestazione del 26 luglio 2013, il successivo incontro del 1 agosto, l’audizione nell’ambito della riunione congiunta delle commissioni legislative all’Ars, Bilancio e Finanza e Cultura e Lavoro, il Governo ha il dovere politico di effettuare una scelta tra le diverse soluzioni emerse al tavolo tecnico.
In questa vicenda lassessore al Lavoro, Ester Bonafede, sembrerebbe uscirne con le ossa rotte…
L’assessore Bonafede si era impegnata a rappresentare in Giunta regionale le opzioni discusse al tavolo istituzionale con le parti sociali ed a comunicare poi alle organizzazioni sindacali la deliberazione adottata dal Governo. Va ovviamente sottolineato come lavoratori ed enti formativi attendano ancora che lEsecutivo Crocetta assuma una decisione e archivi finalmente la stagione degli annunci e delle promesse che non hanno portato a nulla ed anzi porterebbero alla chiusura definitiva del sistema formativo regionale”.
Il clima è tornato ad avvelenarsi. Raimondi, ci aiuta a ricostruire i passaggi istituzionali degli ultimi giorni che hanno spinto gli operatori a tornare alla protesta di piazza?
L’audizione del Governo e delle organizzazioni sindacali presso la Commissione Cultura e Lavoro, dell’11 settembre scorso, ha confermato il ritardo del Governo nell’operare la scelta di una soluzione possibile perché l’Assessore non ha consegnato ai deputati nessuna decisione della Giunta Regionale. Il tavolo dunque si è necessariamente spostato a Palazzo d’Orleans.
Cosa è successo in quellincontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta?
Il 12 settembre 2013, di fronte all’ennesima elencazione delle soluzioni che avevamo prospettato al tavolo istituzionale di confronto, le organizzazioni sindacali hanno preteso la presenza del Governatore Crocetta che esordì dicendo alcune cose precise: non voglio la cassa integrazione, intendo rispettare l’accordo del 7 giugno 2013 e non voglio perdere neanche un posto di lavoro. Aggiungeva che non intendeva bruciare per un solo mese (considerato che al momento ha solo 6 milioni di euro impegnabili allo scopo) la carta della proroga dei progetti a valere sugli avvisi 1 e 2 del 2010 e chiedeva qualche giorno di tempo per verificare l’ipotesi sul piano della fattibilità. Tradotto in termini di scelta significa che puntava sulla proroga dei progetti fermo restando i vincoli posti dagli stessi avvisi citati.
Secondo Lei, quale altre soluzioni potrebbero perseguirsi se il Governo dovesse ritenesse impraticabile la proroga degli avvisi 1 e 2?
Ritengo che la soluzione percorribile in alternativa alla proroga degli Avvisi 1 e 2 del 2010 potrebbe essere quella di affidare le attività in capo agli attuali Sportelli multifunzionali al Ciapi di Priolo, unico ente strumentale della Regione Siciliana autorizzato dalla Commissione Europea a svolgere attività in house providing.
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