Sportelli Multifunzionali/ Il Governo nega la commessa: Enti costretti a licenziare 1800 ex sportellisti

ENTE PUBBLICO INTERMEDIO, CASSA INTEGRAZIONE, PRECARIATO PER SEI MESI E RIFORMA DEL SETTORE. ECCO LA RICETTA DEL GOVERNO CHE DIMENTICA PERO’ GLI EFFETTI SUL CONTRATTO DI LAVORO. SINDACATI SODDISFATTI, ASSOCIAZIONI DEGLI ENTI SUL PIEDE DI GUERRA. QUESTI, IN SINTESI, GLI ARGOMENTI EMERSI IERI SERA NEL CORSO DELL’INCONTRO TRA GOVERNO E ORGANIZZAZIONI SINDACALI

“Posso garantire la Cassa integrazione, poi partirà il sistema misto pubblico privato come previsto nel bando dell’accreditamento che indica la clausola dell’assunzione dei lavoratori iscritti all’Albo ai sensi dell’articolo 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976”.

Sono le parole, da quanto abbiamo appreso, che l’assessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, avrebbe riferito alle parti sociali ieri sera al tavolo istituzionale convocato in fretta e furia con le parti sociali.

Così – che sembra aver sostituito l’assessore Nelli Scilabra, colpita da ben due mozioni di censura, nella trattativa con enti e sindacati per il futuro della formazione professionale e dei Servizi per il lavoro – sarebbe uscito finalmente allo scoperto dettando la ricetta del Governo regionale alle parti sociali.

Lo stesso avrebbe precisato: “Sarà un ente pubblico intermedio ad assorbire temporaneamente i circa 1800 ex sportellisti che, dopo un periodo di Cassa integrazione, saranno impiegati per sei mesi nelle azioni della Youth Guarantee, in attesa che l’Ars approvi un disegno di legge governativo di riordino del settore che dovrebbe ruotare sulla centralità dei Centri per l’Impiego e sull’utilizzo dei lavoratori ex sportellisti attraverso il sistema misto, pubblico-privato, regolato dalle nuove direttive per l’accreditamento”.

Sarebbe questa , in sintesi, la posizione del Governo regionale che, da quanto abbiamo appreso, sarebbe emersa ieri sera a conclusione degli incontri separati con gli enti formativi e con le organizzazioni sindacali.

L’assessore avrebbe assunto alcuni impegni per venire incontro alle esigenze di sindacati ed enti formativi.

Vediamo di cosa si tratta.

Cominciamo col dire che nel nuovo sistema di accreditamento gli enti formativi, che hanno già gestito Sportelli multifunzionali nel passato, non erano previsti, ma l’assessore ha assunto l’impegno che proporrà alla Giunta regionale una modifica della precedente delibera per inserirli tra i soggetti accreditati per gestire le politiche attive del Lavoro.

L’idea del Governo, da quanto abbiamo appreso, sarebbe quella di avviare l’attività col Ciapi od altro soggetto pubblico, come Resais, per un periodo di sei mesi e studiare, nel frattempo, un nuovo sistema che dovrebbe ruotare sulla centralità dei Centri per l’Impiego, affiancati dalle agenzie private e pubbliche accreditate per erogare i Servizi per il Lavoro.

La garanzia occupazionale per il Governo regionale sarebbe prevista dalla copertura attraverso il decreto assessoriale del 22 agosto 2014 sulle direttive per l’accreditamento che contempla l’utilizzo degli ex sportellisti.

Nello specifico, l’articolo 8 del citato decreto assessoriale, in tema di utilizzo delle figure professionali, prevede la salvaguardia occupazionale dei dipendenti iscritti all’Albo regionale, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 14 della legge 6 marzo 1976.

Così come l’articolo 6 del citato decreto non prevede, come già riferito, in atto tra i soggetti che possono accreditarsi gli enti formativi, ragion per cui l’assessore Bruno avrebbe assunto l’impegno di portare in Giunta l’apposita modifica.

Ed ancora, per il futuro l’assessore Bruno avrebbe indicato il percorso che si sostanzierebbe in un iter parlamentare, attraverso un disegno di legge organico, che dovrebbe mettere chiarezza nella materia e dare la copertura legislativa certa per gli ex sportellisti.

Altro aspetto spinoso trattato dall’assessore al Lavoro, è stato il tema della Cassa integrazione.

Avrebbe riferito l’assessore Bruno che sulla quota nazionale di 1 miliardo e 750 milioni di euro, la richiesta per la totale copertura del fabbisogno in Sicilia si aggirerebbe intorno ai 272 milioni di euro. La quota nazionale trasferita alla Sicilia non coprirebbe il fabbisogno atteso.

Il Governo regionale, stante a quanto avrebbe riferito l’assessore al Lavoro, avrebbe pensato ad un percorso alternativo per recuperare risorse dall’integrazione della ri-programmazione comunitaria del Piano operativo Fondo sociale europeo Sicilia 2007/2013. Da quanto appreso, sembra la cifra potrebbe essere reperita dai 242 milioni di euro, oggetto di apprezzamento in Comitato di Sorveglianza dello scorso 11 e 12 settembre sul quale ancora mancherebbe l’ok dal ministero del Lavoro.

L’assessore, infine, stando sempre a quanto riferitoci, si sarebbe impegnato a convocare gli Uffici provinciali del Lavoro per avviare le intese sindacali per l’erogazione della Cassa integrazione ai lavoratori aventi diritto in attesa di definire la copertura complessiva delle risorse occorrenti.

Quindi, per capirci, bacino unico che assorbirà tutti i 1800 operatori, Cassa integrazione, un periodo di sei mesi di attività presso il soggetto pubblico con l’utilizzo degli ex sportellisti e riordino del settore. Ex sportellisti che dovrebbero essere impegnarti nella azioni previste dal programma della ‘Garanzia Giovani Sicilia’, e non anche inseriti nel Piano Giovani. Per quest’ultimo pare che l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, abbia altri propositi che non portano all’utilizzo degli ex sportellisti. Ma questa è altra storia sulla quale sicuramente torneremo a parlarne in altra parte del giornale.

Contrastanti le reazioni delle parti sociali chiamate urgentemente al capezzale dall’assessore Bruno.

I sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno puntato tutto sulla salvaguardia dei livelli occupazionali dei circa 1800 operatori ex sportellisti evitando di sollevare pregiudiziali sull’ente intermedio, ma chiedendo tempi certi e atti vincolanti entro qualche giorno per rasserenare i lavoratori e passare alla fase operativa.

“Abbiamo constatato la volontà dell’assessore di voler dare una soluzione a tutti i problemi che riguardano i lavoratori della filiera dei Servizi formativi – dichiara Leonardo Cino, dirigente regionale dello Snals Confsal -. Vigileremo sulle scadenze e sugli impegni assunti dall’assessore Bruno”.

“Abbiamo rimarcato la necessità che l’amministrazione provveda ad accelerare le procedure di rendicontazione finale degli Avvisi 1 e 2 del 2010 ed i pagamenti – conclude Cino – visto che i lavoratori attendono alcune spettanza del 2011, del 2012 e del 2013, oltre al fatto che dal 23 aprile del 2014 non percepiscono alcunché non lavorando”.

Di parere opposto le associazioni degli enti formativi Forma Sicilia, Cenfop Sicilia e Assofor.

Il quadro per gli enti formativi è diverso e ruota tutto sulla commessa.

Il piano proposto dall’assessore Bruno non prevede alcuna commessa per gli enti, non lascia margini di manovra e spinge gli stessi verso il licenziamento dei lavoratori, impossibilitati a mantenere il rapporto di lavoro oneroso con i propri dipendenti.

È chiaro che in un sistema mono commessa, se questa viene a mancare cessa il legame tra datore di lavoro e lavoratori. Senza commessa non si va da nessuna parte ed il licenziamento è dietro l’angolo. A questo l’assessore Bruno, che ha aspettato tutti questi mesi per tirare fuori una bozza di programmazione, ha pensato?

È davvero singolare che, dopo mesi di trattative, riunioni, accordi, impegni a non licenziare neanche un lavoratore, il Governo, a metà settembre, tiri fuori una soluzione che, di fatto e nella sostanza, licenzia i lavoratori.

Si dirà che saranno inseriti nell’ente pubblico intermedio. Può darsi, ma prima di allora i lavoratori che giuridicamente potrebbero ritrovarsi fra qualche giorno senza un contratto di lavoro come dovrebbero essere assorbiti nel soggetto indicato dall’esecutivo regionale?

Qualcosa non quadra ed abbiamo l’impressione che la confusione resti la costante di questo Governo asfittico ed inadeguato.

“Siamo allibiti – dichiara Paolo Genco, presidente di Forma Sicilia – da un assessore al Lavoro ci saremmo aspettati di rincorrere soluzioni concrete per garantire i lavoratori e non una chiusura totale al confronto”.

“Il quadro delineato dal Governo non prevede oggi come domani alcuna commessa e non potendo sostenere ulteriori costi che porterebbero tutti gli enti formativi interessati alla bancarotta fraudolenta – aggiunge il presidente di Forma Sicilia – domattina convocheremo le organizzazioni sindacali per avviare le procedure di licenziamento collettivo. La legge ce lo impone e non abbiamo, purtroppo, altra alternativa”.

“Abbiamo presentato all’assessore Bruno una proposta che avrebbe tutelato tutti i 1800 lavoratori ex sportellisti attraverso il contratto di rete ed il contratto di solidarietà in entrata – spiega Genco – e non ci saremmo mai aspettati che l’assessore ci allargasse le braccia disarmandoci ed ricordandoci di essere arrivati tardi. Non è mai troppo tardi se si tratta di tutelare il personale”.

Giuseppe Messina

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