Sportelli multifunzionali: il bando pubblico sul trasferimento di 1700 lavoratori va su Facebook e non sul sito della Regione…

IL PAPOCCHIO SULLE PROCEDURE DI TRASFERIMENTO DEL PERSONALE DAGLI ENTI DI APPARTENENZA AL CIAPI. OPERAZIONE DA 32 MILIONI DI EURO, IL CUI L’AVVISO PUBBLICO NON VIENE ILLUSTRATO DALL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA MA DAI SOCIAL NETWORK. PER LA CGIL, GOVERNO INAFFIDABILE E AMMINISTRAZIONE REGIONALE INCOMPETENTE

Follie nel mondo della Formazione professionale. E’ stato pubblicato, in mattinata, l’avviso pubblico riguardante il personale degli Sportelli multifunzionali, nel Social network – Facebook – anziché sul sito istituzionale della Regione siciliana. Un fatto incredibile e che la dice lunga su quanto sta accadendo su questo ramo dell’amministrazione regionale.

Pubblicato, dicevamo, l’avviso pubblico che riguarda la “selezione per titoli di esperti in materia di politiche attive del lavoro e servizi per l’impiego, per la realizzazione del progetto della durata di 6 mesi, destinato alla erogazione di specifici servizi inerenti innovativi interventi di politica attiva del lavoro, previsti nel Piano di azione e coesione (Pac) Fase 3 –Misure anticicliche”.

Lo ripetiamo: è davvero grave oltre che increscioso che un avviso venga a conoscenza dell’opinione pubblica per vie “traverse”. C’è da chiedersi come mai possa accadere un fatto simile, una situazione limite, quella accaduta. Un avviso pubblico non può essere pubblicato preliminarmente su Faceboook e solo dopo segnalazioni di una organizzazione sindacale, quale la Flc Cgil, alle 14,33, trasmesso non già sul sito dell’assessorato regionale per il Lavoro, ma all’indirizzo dello stesso sindacato che ne aveva denunciato la vicenda.

Che fine ha fatto il principio della ‘trasparenza’ nell’azione della pubblica amministrazione? Va ricordato che il bando richiamato è proprio quello che prevede l’affidamento del servizio al Ciapi di Priolo per una spesa di 32 milioni di euro e l’utilizzo di circa mille e 700 lavoratori. Pubblicato sul sito istituzionale del dipartimento Lavoro solamente il modello di domanda che contiene l’elenco dei requisiti necessari per la partecipazione al progetto. Ad ogni requisito corrisponde un punteggio assegnato.

Per la precisione, per l’iscrizione all’Albo regionale degli operatori della formazione professionale siciliana ai sensi della circolare assessoriale n.1 del 15 maggio 2013, verranno attribuiti 10 punti in sede di valutazione delle istanze.

Così come verranno assegnati 40 punti se l’istante è in possesso di specifica conoscenza delle dinamiche del mercato del lavoro e specifica esperienza nel settore delle politiche attive del lavoro maturata nella realizzazione di progetti attuati su richiesta dell’amministrazione regionale del lavoro.

Inoltre, per coloro che potranno esibire una specifica esperienza in materia di erogazione dei servizi per l’impiego, saranno assegnati 30 punti. Ed ancora, coloro che potranno dimostrare esperienza in materia di erogazione di interventi specialistici per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, otterranno un punteggio pari a 20. Ed infine, nella domanda è anche aggiunto un ulteriore requisito preferenziale che riportiamo di seguito.

“A parità di punteggio avrà precedenza il soggetto con maggiore anzianità nell’esperienza maturata nella realizzazione di progetti attuati su richiesta dell’amministrazione regionale del lavoro”.

Dall’analisi del bando e della domanda emergono diversi aspetti che non convincono. Proviamo a ragionare premettendo che nessuno possiede il dono della verità su fatti e accadimenti e siamo altresì convinti che in tanti non approveranno quando da adesso potranno leggere.

Cosa non ci convince? Intanto dall’accordo parasociale del 26 settembre scorso non si evince alcuna griglia valutativa con pesature. La domanda sorge spontanea: è il gesto unilaterale dell’amministrazione regionale nell’inserire la griglia di valutazione oppure frutto di un accordo tacito con i sindacati, pur non ricompreso nel dispositivo dell’accordo?

La risposta la fornisce la Cgil. In un comunicato diffuso nel pomeriggio dalla Flc Cgil Sicilia si prendono le distanze dal contenuto sia dell’Avviso che della domanda. Riportiamo un passo della nota con la quale in sindacato accusa pesantemente l’amministrazione regionale sull’operato.

“Governo inaffidabile e amministrazione incompetente! L’Flc Cgil, vigilando sul sito dell’assessorato per verificare degli adempimenti sui quali l’amministrazione si era impegnata nei giorni scorsi, fin dall’accordo del 26 settembre tra Regione e parti sociali del settore, è venuto a conoscenza della pubblicazione del modello di domanda e di selezione. Il testo pubblicato, redatto unilateralmente e senza che nessuno dei suggerimenti e delle osservazioni e richieste di trasparenza e oggettività della nostra organizzazione siano stati accolti, appare rapsodico, di difficile interpretazione e ogni tentativo di confronto o di richiesta di correzione sembra essere stato inutile. La domanda, pubblicata sul sito istituzionale con un link, non ha alcun riferimento al bando di selezione, che invece dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere stato pubblicato “fisicamente” in cartaceo all’albo dei Servizi Centri per l’impiego (ex uffici provinciali dee lavoro) nei singoli capoluoghi del lavoro.”

Parole pesanti quelle che si leggono dal comunicato sindacale. Nel tornale all’analisi della domanda si sottolinea come l’assegnazione di punteggio 10, il più basso, all’iscrizione all’Albo di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 non convince. Non pare si sia privilegiato il requisito più importante, se visto dall’angolo visuale più caro ai lavoratori degli Sportelli, e cioè la salvaguardia del posto di lavoro. Semmai, il contrario. Lasciamo ai lettori ogni considerazione e spunto riflessivo.

Non si comprende, poi, come mai da nessuna parte, bando o domanda che sia, si faccia riferimento tra i pre-requisiti alla qualifica acquisita in diversi corsi di qualificazione e riqualificazione finanziati con risorse comunitarie, nazionali e regionali (Pom, Cesar, etc).

In un nostro precedente articolo abbiamo focalizzato il tema riportando il costo complessivo dei processi di qualificazione del personale degli Sportelli che si aggira intorno agli 84 milioni di euro. Eppure non se ne parla tra i criteri di accesso. Così come alcun riferimento rileviamo a tutti quei lavoratori “sotto contratto “al 30 settembre 2013 ed in possesso solamente di un rapporto di lavoro a termine, per scelta dell’amministrazione regionale che ne ha fatto divieto dia altra tipologia di contratto, regolarmente stipendiati e pagati con risorse pubbliche che hanno maturato negli ultimi tre anni una professionalità. E se hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi di cui agli avvisi 1 e 2, scaduti lo scorso 30 settembre, sono stati organici ad un servizio pubblico erogato. E adesso? Cosa faranno questo soggetti? Presenteranno l’istanza consapevoli di non ottenere il punteggio 10 ma saranno riconosciuti come idonei? All’orizzonte si prevede una tonnellata di ricorsi.

Non si comprende, inoltre, quali debbano essere le figure ed i profili professionali ai quali accedere, il bando non lo specifica. Bando e domanda sembrano scollegati, come mai? Ed allora, non occorrerebbe fare riferimento al contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria? Come fare a chiedere l’aspettativa se non si ha certezza sul ruolo da ricoprire a seguito di selezione e immissione al lavoro presso il Ciapi. In aggiunta, non si capisce chi e come dovrebbe assegnare i punteggi della citata graduatoria. Da chi sarà composto il nucleo di valutazione e con quale provvedimento amministrativo sarebbero state individuate le figure specialistiche ai fini della valutazione? E poi, per coloro che dovessero resta esclusi dalla graduatoria utile, entro quale periodo di tempo potranno presentare eventuali osservazioni o ricorsi? Oppure, in questo caso, il diritto di difesa non potrebbe essere esercitato?

E poi, non convince l’impianto dell’avviso che, ricordiamo, sintetizza un percorso lungo mesi e mesi di confronto tra Governo regionale e parti sociali.

Non convince il richiamo normativo e la procedura attuata. Secondo alcuni osservatori del sistema formativo regionale l’impianto dell’avviso sarebbe nato in difformità alla legge regionale.

L’articolo 2 bis della legge regionale n.25 del 01 settembre 1993 disciplina la ricollocazione del personale. E quello che sta avvenendo per gli operatori degli Sportelli multifunzionali non è forse un caso di ricollocazione? Eppure non è quello che sta accadendo. Sempre seguendo il ragionamento di alcuni osservatori la procedura corretta avrebbe dovuto prevedere un percorso diverso. Vediamo quale.

A luglio/agosto Governo regionale e parti sociali avrebbero dovuto sottoscrivere l’ accordo parasociale, atteso che si sapeva già delle intenzioni del Governo di non prorogare più gli avvisi 1 e 2 citati rimangiandosi la delibera di giunta n.200 del 6 giugno 2013. Successivamente al 30 settembre, e cioè il primo ottobre, gli enti formativi avrebbero dovuto correttamente mettere in mobilità, nel rispetto della legge per mancata commessa, il proprio personale. Immediatamente dopo il primo ottobre si sarebbe dovuto celebrare il passaggio, previo parere obbligatorio e non vincolante della Commissione regionale per l’Impiego (Cri), con contratto a tempo indeterminato del personale.

Chiaramente, nell’accordo trilaterale, governo e sindacati avrebbero dovuto inserire la clausola di un periodo di preavviso di tre mesi da parte del Ciapi, nel rispetto di quanto previsto dall’artico 26 del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) della categoria per il triennio 1994/97, recepito nell’allegato 12 del contratto rinnovato per il periodo 2011/2013. Se l’ipotesi dovesse reggere, il contrasto diverrebbe chiaro e inconfutabile. Ed ancora, il rapporto di lavoro a termine che si andrà ad instaurare attraverso la selezione sarebbe così in contrasto con l’Albo regionale dei lavoratori della Formazione professionale, aggiornato recentemente, anche se ancora non pubblicato, di cui all’arti 14 della legge 24/76. Il contrasto emergerebbe anche con quanto previsto dal Contratto collettivo recepito dalla Regione siciliana che cura i processi di mobilità ed anche con lo stesso l’accordo del 3 e 7 giugno siglato da tutti i sindacati presenti in Sicilia le settore, confederali e autonomi.

Con gli Avvisi 1 e 2 del 2010 i lavoratori degli Sportelli multifunzionali avevano ricevuto un sistema di tutele e garanzie superiore a quello riportato nell’Avviso 20/2011 che ha finanziato gli Interventi formativi per un anno. Infatti per gli sportellisti, i due bandi facevano espresso riferimento alla legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 ed alla legge regionale n.25 del 01 settembre 1993, oltre all’accordo trilaterale del 4 novembre 2010.

Con il rapporto di lavoro a tempo determinato, che legherà nei prossimi mesi i lavoratori al Ciapi, si perderà la garanzia occupazionale? Il lavoratore che acconsentirà, sottoscrivendo la richiesta di aspettativa, ad altra tipologia di lavoro (contratto a termine della durata di sei mesi), sarà cancellato dall’Albo perdendo la garanzia occupazionale avendo espresso un preciso atto di volontà? In tal caso, significherebbe perdere anche il diritto all’accesso alla mobilità ai sensi dell’articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003.

Sembrerebbe che ancora una volta chi manovrerebbe dietro le quinte suggerisca male. E’ cosi? Non è facile a dirsi, però, tutto è possibile. Vedremo. L’unica certezza è che ci si trova dentro un papocchio colossale dove a pagare potrebbero, ancora una volta, essere i lavoratori.

 

 

Giuseppe Messina

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