IL GOVERNO REGIONALE HA TIRATO LA CORDA SUL BANDO CIAPI INCRIMINATO. GLI ENTI INSORGONO E POTREBBERO CITARE PER DANNI LASSESSORE AL LAVORO, GIUSEPPE BRUNO, REO DI RITARDARE LA PROCEDURA DI ACCREDITAMENTO DEI SOGGETTI ABILITATI
Proseguono le polemiche sul bando Ciapi incriminato. Non cè pace per gli oltre 1800 operatori del comparto ed il rischio è che da questa vicenda non se ne esce più.
Il Governo regionale, guidato dal presidente Rosario Crocetta, ha valutato le conseguenze di questo scempio?
Gli enti formativi, espropriati della funzione di gestire le politiche attive del lavoro, adesso non ci stanno più ed annunciano il licenziamento in massa degli operatori. Per la verità, i lavoratori sono stati già licenziati dallesecutivo regionale. Tre lunghi mesi di attesa ed il bando assassino ne sono lesempio.
Vediamo di capire il perché della posizione che starebbero assumendo gli enti formativi.
Il personale è sospeso dal 23 aprile scorso per consentire agli stessi la copertura reddituale sostitutiva attraverso laccesso allammortizzatore sociale. Per questo serve un accordo regionale istituzionale. Ad oggi, però, lAmministrazione regionale non ha ancora convocato enti e sindacati per la sottoscrizione del protocollo dintesa che garantisce laccesso alla Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) ai circa 1800 operatori e soprattutto non ha messo a disposizione le risorse necessaire.
Gli enti sono sul piede di guerra.
Dopo aver atteso tre mesi, che si aggiungono ai sei del progetto Spartacus, che lAmministrazione regionale ha avuto a disposizione per programmare un futuro che non cè, adesso sono pronti a licenziare in tronco il personale dipendente degli ex Sportelli multifunzionali. E, di certo, il gesto non può essere annoverato tra gli atti di ritorsione.
Dopo la parentesi contrattuale di sei mesi al Ciapi i circa 1800 operatori sono rientrati presso gli enti formativi di appartenenza a partire dal 23 aprile 2014 e sospesi dal lavoro. Durante il periodo di attesa per laggancio al nuovo bando pubblico e la ripresa lavorativa presso il Ciapi per gestire le azioni previste dal piano della Garanzia Giovani, i 1800 lavoratori sono rimasti privi di copertura reddituale visto che gli enti formativi, nel frattempo, sono stati espropriati della legittima funzione di gestire le politiche attive del lavoro in Sicilia.
Il Parlamento siciliano, difatti, ha approvato la legge regionale n.13 del 13 giugno 2014 dove allarticolo 14 assegna al Ciapi specifici progetti formativi e di politiche attive del lavoro, da realizzarsi in house providing, finanziati con risorse comunitarie e statali.
A ciò va aggiunto che, gli enti formativi non sono in grado di sostenere la quota Inps, pari al 4,85 per cento, a carico degli enti a valere sullindennità di Cigd in favore del dipendente. Somme che gli enti non saprebbero come giustificare e da dove prendere.
Nel frattempo lassessore regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno, che cosa fa? Quali provvedimenti intende attuare per venire fuori dallempasse e sbrogliare la matassa?
Il rischio per lassessore regionale al Lavoro di essere citato per danni dagli enti formativi è dietro langolo, e motivi non ne mancano: esproprio della funzione di gestire le politiche attive del lavoro e quota Inps che dovrebbero pagare.
Somme che si incrementano sempre più per ogni mese che trascorre senza soluzione definitiva e visti i ritardi per la mancata contrattualizzazione dei lavoratori presso il Ciapi che, stante al contenuto del bando, non avverrà per tutti. Tempi che si sono dilungati oltre le più rosee previsioni superando i tre mesi da quando è terminato il progetto Spartacus.
Considerato che sono fioccate, nei giorni scorsi, affermazioni di deputati e alti dirigenti dellAmministrazione regionale sul fatto che è oramai miseramente fallito il tentativo di imporre in Sicilia un modello pubblico nella gestione delle politiche attive del lavoro, che cosa aspetta lassessore Bruno ad emanare il bando per laccreditamento dei soggetti abilitati a gestire le politiche attive del lavoro?
La Sicilia vive nellillegalità perché, da oltre tre mesi, non si erogano le politiche del lavoro in favore dei beneficiari, in violazione di tutte le norme di settore, comunitarie e nazionali.
Quanto tempo ancora dovrà durare questo stato di illegalità?
Per non parlare della conclamata macelleria sociale che si è perpetrata a danno di oltre 1800 operatori.
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