Sport e sociale. Due rette che hanno trovato il loro punto di incontro oggi a Palermo nella seconda tappa della fase interregionale del Progetto Rete, iniziativa promossa dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (e attiva dal 2015) attraverso il Settore Giovanile e Scolastico e rivolta ai minori o neo-maggiorenni residenti presso i centri di accoglienza SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Dopo la tappa di Gela di martedì 2 aprile, che ha coinvolto gli SPRAR della parte meridionale della Sicilia e che ha sancito il successo del Centro di Caltanissetta, il progetto itinerante si è ‘materializzato’ all’A.S.D. Sport Village Tommaso Natale, punto di riferimento del Centro Territoriale Federale di Palermo. Il target, nella giornata odierna in cui la palma del vincitore è andata a Milazzo, è coinciso con le strutture del Nord della regione. Perla di una collana che proseguirà il 14 e 15 aprile a Milano, dove parteciperanno gli SPRAR del Settentrione, il 28-29 aprile a Casalnuovo di Napoli per i centri della Campania, Calabria, Umbria e parte del Molise e infine il 4 e 5 maggio a Noicattaro con lo zoom allargato in questo caso sulle formazioni rappresentanti della Puglia, della Basilicata e la parte del Molise più vicina a Campobasso.
Le cinque vincitrici della fase interregionale più una sesta ripescata in base ad una classifica fair-play accederanno alla fase finale che quest’anno si svolgerà il 19-20 giugno a Corticella (Bologna) in concomitanza con le gare dell’Europeo Under 21. L’anno scorso l’ultimo atto è stato a Coverciano e a trionfare fu lo SPRAR di Lodi contro quello di Milazzo, finale rilevante anche dal punto di vista simbolico sull’asse Nord-Sud tra due realtà caratterizzate da una forte presenza di italiani nell’ambito di un’attività mista che si sposa in pieno con la missione sociale e interculturale del progetto. «L’obiettivo è quello di sfruttare lo sport come strumento di inclusione sociale e integrazione – ha sottolineato il responsabile nazionale Fabrizio Tanzilli – siamo molto soddisfatti anche perché i numeri confermano che l’iniziativa è costantemente in crescendo, in termini di partecipazione sia di ragazzi (dai 237 del 2015 ai circa 560 di quest’anno) sia di SPRAR (dai 24 del 2015 ai 49 – in 13 regioni diverse – di quest’anno, dieci in più rispetto a quelli del 2018). Ci sono altri due aspetti da mettere in evidenza – ha aggiunto – l’attività in loco, con una fase territoriale curata dai Coordinamenti Regionali Settore Giovanile e Scolastico che inviano i propri tecnici con cadenza settimanale nei centri coinvolti, e la forte sinergia con le società dilettantistiche del territorio. Il progetto, inoltre, consente ai ragazzi di capire l’importanza dell’attività fisica e agevola il loro accesso ad una pratica sportiva strutturata».
Progetto Rete, che si sviluppa in collaborazione con il Ministero dell’Interno, fa rima dunque con «formula vincente». E’ un modello unico e virtuoso (valorizzato, peraltro, in diversi convegni dedicati all’importanza delle politiche di integrazione) e ha anche un supporto scientifico in virtù della partnership con l’Università Cattolica Sacro Cuore per la verifica dell’impatto del progetto sui partecipanti (attraverso le risposte a determinati questionari) e, contestualmente, per l’analisi dei benefici.
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