«Siamo uno spazio liquido che vuole riempire i vuoti». Giuseppe Provinzano lancia così l’anteprima di Scena Nostra, la stagione teatrale che si terrà al padiglione 18, all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa. L’attore e regista teatrale è tra i principali promotori di Spazio Franco che, pur essendo il più recente tra i luoghi culturali palermitani, si è già saputo ritagliare una propria fetta di pubblico. All’insegna della trasversalità. Ed è su questa scia che da sabato 3 novembre si inaugura un’anteprima della rassegna Scena Nostra, focus della scena teatrale contemporanea siciliana. Dal 2019, infatti, in collaborazione con la rete Latitudini, la rassegna vedrà avvicendarsi sul palcoscenico diverse realtà provenienti dal ricco e eterogeneo panorama teatrale Made in Sicily. Prima della rassegna vera e propria, però, un’anteprima tutta palermitana composta da sei spettacoli e che andranno in scena fino al 30 dicembre.
«La nostra è una scelta artistica e politica insieme – prosegue Provinzano – Ovviamente all’interno di Spazio Franco ci sarà spazio per produzioni nazionali, ma non dentro la rassegna Scena Nostra. Abbiamo infatti scelto di dedicarci con questa rassegna esclusivamente al teatro contemporaneo siciliano. L’idea ci ha consentito di realizzare una vera e propria mappatura, territorio per territorio. La stagione inoltre non sarà mai chiusa, di trimestre in trimestre rinnoveremo Scena Nostra guardando alle richieste che ci arrivano e alle risposte del pubblico».
Si comincia giorno 3 e 4 novembre con Elle life, lo show della Compagnia Quartiatri, che torna sulle scene con il progetto vincitore del Premio Città Laboratorio promosso dal Comune di Palermo e dal Teatro Biondo, prodotto in residenza artistica allo Spazio Franco. Così, dopo l’anteprima alle Orestiadi di Gibellina, lo spettacolo apre la rassegna. Elle è una riflessione amara sul mito dell’individualismo occidentale. Un testo costruito a doppio binario tra il testo teatrale La chiave dell’ascensore di Àgota Kristóf e una drammaturgia originale sui rapporti di potere e l’incontro con l’altro.
In scena il 16 e il 17 novembre ci sarà poi Gabriele Ciciriello, brillante attore e drammaturgo emergente, che presenta (dopo l’anteprima alle Orestiadi di Gibellina), Con tutto il mio amare, menzione speciale al Premio Città Laboratorio. Una storia di dolore e di speranza che attinge dalla realtà palermitana: un giovane padre che si ritrova a vivere all’interno di un tunnel illuminato a tratti dalla speranza di ritrovare sua figlia, persa una domenica mattina a Mondello. Con Federica Aloisio, Valeria Sara Lo Bue e Gabriele Cicirello.
A fine novembre torna in scena La Prima, dopo l’anteprima dello scorso settembre all’ex Chiesa San Mattia dei Crociferi. Filippo Luna cura regia e adattamento scenico da un testo di Annalisa Bianchini. Un esperimento metateatrale e autoprodotto, che vede per la prima volta l’apprezzato attore palermitano alla regia, affinché una madre e una figlia possano confrontarsi, per cogliere l’occasione di sciogliere grumi di dolore mai elaborati. Con Chiara Muscato e Manuela Ventura e le musiche di Serena Ganci.
A dicembre poi tre spettacoli per tre proposte rivolte a linguaggi scenici e pubblici differenti. Si parte il 16 dicembre con (una) Regina di Quintoequilibrio, progetto finalista del Premio Scenario Infanzia e in residenza artistica allo Spazio Franco: una storia dedicata al pubblico più giovane e alle famiglie. «Di solito a spettacoli del genere si riservano spazi particolari, noi invece l’abbiamo voluto proprio dentro la rassegna perché ci crediamo molto» spiega Provinzano. L’opera teatrale è di e con Stefania Ventura e Gisella Vitrano.
Spazio poi, il 19 e il 20 dicembre, a Un’ora tutta per me prodotto da Babel Crew, che sposta l’attenzione verso i linguaggi del teatrodanza. La coreografa e danzatrice Simona Argentieri e il regista Giuseppe Provinzano hanno tessuto un doppio filo che lega danza e teatro per raccontare una certa condizione femminile di genere, specchio deformante della nostra società contemporanea, che abbraccia tutte le donne senza escluderne nessuna. E lo hanno fatto trattando quella categoria di donna tra le più discusse, tra le più narrate, tra le più amate e le più cantate: le puttane. Lo spettacolo è vincitore del premio Forme originali di divulgazione del teatro contemporaneo indetto dal Ministero dei Beni Culturali.
Infine, almeno per quel che riguarda il mese di dicembre, va in scena l’adattamento – dall’omonimo romanzo con le musiche dell’omonimo disco- Un Mondo raro, il percorso sulle orme di Chavela Vargas dei cantautori Antonio Di Martino e Fabrizio Cammarata, che con la regia di Giuseppe Provinzano danno prova del loro talento poliedrico in uno spettacolo teatrale sull’avventurosa vita della cantante messicana. Tra pupi, narrazioni e musiche, una storia di euforia e solitudine, di incontri folgoranti e struggenti addii, tra iniziazioni sciamaniche e amori travolgenti, infiammati da litri di tequila.
Due mesi insomma molto intensi per Spazio Franco. «Ci sarà pure tempo per un fuori programma» sorride Provinzano. Il 23 novembre infatti andrà in scena Volver, la seconda produzione del Progetto Amuni – il progetto di formazione attoriale per la costituzione di una Compagnia dei Migranti, che ha sede stabile allo Spazio Franco ed è vincitore del Bando MIgrArti 2017 e 2018. Lo spettacolo sarà presentato all’interno del Premio MigrArti, organizzato dal MIBAC, nei giorni 23, 24, 25 novembre, con la presentazione e premiazione delle sei migliori produzioni sul territorio nazionale che hanno coinvolto soggetti migranti.
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