Spara ai ladri. Condannato a risarcirli

La vicenda – molto italiana – è di quelle che fa discutere. Con la popolazione che, come nella migliore tradizione si schiera da una parte o dall’altra. Sintetizziamo. Sei anni fa un piccolo imprenditore, stanco di subire furti, reagisce. Vede due ladri nel suo negozio che stanno rubando. Intima ai due di andare via. Ma quelli reagiscono minacciandolo con le spranghe. L’imprenditore tira fuori la pistola e spara. Ferendo gravemente entrambi. Oggi un Tribunale della Repubblica italiana lo ha condannato a un anno di reclusione e al pagamento di 150 mila euro. Sentenza giusta o sbagliata? I gudizi, ovviamente, sono contrastanti. 

I fatti sono avvenuti sei anni fa in un paese della provincia veneta. Una storia che in questi giorni è fa molto discutere. Ne parla il Corriere Veneto. E anche Affaritaliani.it.

“Mi sento preso in giro – dice l’imprenditore veneto protagonista di questa storia -. Ma quale giustizia? Il Tribunale ha dato ragione a dei criminali, e non a me, nonostante le varie perizie a mio favore. Se la sera di sei anni fa ho sparato ai due nomadi che erano entrati nel mio deposito di ferri vecchi per rubare è stato solo per difendermi”.

Così parla Ermes Mattielli, 57 anni, imprenditore di Arsiero, in provincia di Vicenza. E’ lui che, adesso, dovrà risarcire i due ladri entrati nel suo deposito. Dovrà pagare 120 mila euro. “Una somma spropositata – dice -. Non ho tutti questi soldi. Finirò in mezzo a una strada”.

L’intero sfogo di questo piccolo imprenditore lo abbiamo raccolto da Affaritaliani.it. “Ero disperato – dice Mattielli -. Avevo già subito una ventina di furti in tre anni. Quando me li sono visti venire contro armati di spranghe di ferro ho aperto il fuoco. Ho avuto paura”. E ancora: “Non ho più l’attività da anni, troppi problemi, troppe leggi a cui adeguarsi. Non ho un lavoro, nemmeno una pensione di invalidità, nonostante la protesi alla gamba. Vorrà dire che andrò in mezzo a una strada con la mia anziana madre, o che mi sequestreranno la proprietà con il deposito. Chi ha l’autorità faccia qualcosa, non può essere giustizia questa”.

A Mattielli la Giustizia italiana ha inflitto anche un anno di reclusione. Pena che è stata sospesa. Ma i soldi – 120 mila euro – quelli dovrà versarli. I giudici sostengono che l’imprenditore avrebbe reagito in modo esagerato. Insomma, la situazione nella quale è venuto a trovarsi, secondo il Tribunale che l’ha condannato, non giustificava il ricorso alla pistola.  

Oggi Mattielli non si dà pace. Ai giornalisti rievoca i fatti di sei anni fa. Mentre era a casa sente scattare l’allarme (la sua abitazione è a poca distanza dal deposito). Si precipita fuori. Appena arrivato nel suo negozio si accorge che i due nomadi stanno portando via un bel po’ di cavi di rame. Intima ai due ladri di mollare tutto. Ma quelli reagiscono brandendo le spranghe. L’imprenditore, che è uscito di casa armato, non ci vede più dalla rabbia e spara. 

Dirà dopo agl’inquirenti: “Non ne potevo più. Era il ventesimo furto che stavo subendo. Ho reagito preso dalla rabbia”. Da qui i colpi di pistola esplosi. Che vanno a segno. Nessuno dei due uomini, per fortuna, muore. Ma, come già accennato, rimangono entrambi feriti.

Oggi il Tribunale di Schio ha processato l’imprenditore. reati contestati: lesioni colpose ed esercizio putativo del diritto di legittima difesa.

Il pm aveva richiesto dieci mesi di reclusione. Il giudice ha optato per un anno di reclusione con pena sospesa e condizionata al pagamento della provvisionale ai due uomini rimasti feriti.

“Centomila euro a Blu Helt, 33 anni, colpito da sei proiettili alle spalle e alle braccia- leggiamo su Affaritaliani.it – e 20 mila euro per Cris Caris, 30 anni, trafitto da nove colpi all’addome, arti e braccia”.

Il Corriere del Veneto precisa che i due nomadi sono stati condannati a quattro mesi di reclusione per tentato furto. L’avvocato di Mattielli ha annunciati ricorso.

Sentenza giusta o sbagliata? La parola ai lettori. 

Foto di prima pagina tratta da nottecriminale.wordpress.com

Foto in alto a destra tratta da giornaledibrescia.it

 

Redazione

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