Neanche un mese. Tanto è durata la targa provvisoria che ricordava in via Basile Noureddine Adnane. L’uomo, nato nel 1983 in Marocco, si era dato fuoco il 19 febbraio 2011 sul marciapiede della via, di fronte il bar Massaro e l’Università di Palermo. Era un venditore ambulante che non aveva retto la tensione dell’ennesimo sequestro delle merci, che vendeva sulla strada con tanto di regolare licenza. A ricordarlo era stata la camminata narrativa di Viva Menilicchi, l’iniziativa del 20 ottobre organizzata dallo scrittore Wu Ming 2 e dal collettivo Fare Ala, all’interno della biennale d’arte di Manifesta, in collaborazione con l’Associazione contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane.
La prima reazione è di sconcerto. «Oggi sono andato all’università col bus – racconta Luca Cinquemani, del collettivo Fare Ala – e passando da lì ho visto da lontano che la forma della targa era un po’ strana. Al ritorno sono passato appositamente a piedi e ho constatato che il mio sospetto era reale. Ho mandato anche la foto a Wu Ming1, col quale l’avevamo collocata durante la camminata narrativa di Viva Menilicchi. Tra l’altro si sta aspettando che ci sia l’approvazione da parte del Comune per mettere una targa definitiva, questa era provvisoria. Proprio una brutta cosa, una vergogna».
Quando un segno tangibile di memoria viene vandalizzato le ipotesi sono due: o è proprio quell’esercizio di memoria a dar fastidio oppure non si è a conoscenza di ciò he si vuole ricordare. In entrambi i casi, comunque, è una sconfitta. «O a qualcuno del quartiere ha dato fastidio – concorda Luca Cinquemani – o potrebbero essere stati i ragazzi che lì attendono l’autobus, forse col malucchiffari».
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