Il Tar Sicilia aveva lasciato correre. Ma i giudici del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), di fatto, hanno dato ragione all’ente di formazione Ted di Monreale. Il risultato è che Prometeo – un progetto formativo da 35 milioni di euro che il governo regionale aveva affidato al Ciapi di Priolo – è stato bloccato. Adesso negli uffici del dipartimento della Formazione professionale della Sicilia è scoppiato veramente il caos. Non c’è solo un progetto bloccato, ma anche un possibile danno erariale. Ma andiamo con ordine.
Il progetto Prometeo vede la luce nel 2013. Come ha certificato il Cga, si tratta di un’idea giusta realizzata nel modo sbagliato. Nel 2013 entrano in crisi due tra i più grandi enti storici della Formazione professionale della Sicilia: il Cefop e l’Ial. Il primo chiude i battenti. Il secondo viene messo in crisi da faide interne al Pd siciliano. Il governo regionale, a fronte del personale di questi due enti che rimane senza lavoro, prova a trovare una soluzione. Dalla prima annualità dell’Avviso 20 (un bando triennale da oltre 800 milioni di euro finanziato con le risorse del Fondo sociale europeo 2007-2013) rimangono non utilizzati circa 35 milioni di euro. Fondi che avrebbero dovuto essere usati facendo scorrere la graduatoria degli enti e delle società che erano rimasti fuori per incapienza di fondi.
Invece la politica e l’alta burocrazia della Formazione professionale siciliana si inventano un progetto – il già citato progetto Prometeo – che finiva col ledere enti e società che erano rimasti fuori dalla graduatoria. La dirigente generale dell’epoca – Anna Rosa Corsello, con l’avallo del presidente della regione, Rosario Crocetta, e dell’allora assessore, Nelli Scilabra – decidono di utilizzare questi 35 milioni di euro per far lavorare una parte dei disoccupati del settore. L’idea non è sbagliata, perché ai disoccupati del Cefop e dello Ial, intanto, si erano aggiunti quelli di altri enti (scandalo di Messina e licenziamenti all’Anfe di Catania). Governo e alta burocrazia decidono di affidare questi 35 milioni al Ciapi di Priolo (ente formativo regionale: quindi affidamento in house) che, con questo progetto Prometeo, avrebbe fatto lavorare una buona parte di questi disoccupati.
Il problema è che questi 35 milioni di euro vengono tolti agli enti che erano in graduatoria, tra i non finanziati, nel bando dell’Avviso 20. Insomma: per dare lavoro ad alcuni si ledono i diritti di altri. Questo particolare viene fatto notare da alcuni dirigenti e funzionari del dipartimento regionale della Formazione. Ma la dottoressa Corsello, il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra tirano dritto. Amanti del rischio, si potrebbe dire oggi. Tra gli enti che avrebbero dovuto essere finanziati con lo scorrimento della graduatoria, al primo posto c’è proprio il Ted di Monreale. Ed è proprio questo ente che inoltra ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Sicilia, chiedendo la sospensiva del provvedimento adottato dal dipartimento della Formazione.
Il Tar, però, come già ricordato, respinge la richiesta di sospensiva. Così il progetto Prometeo va avanti. Gli avvocati dell’ente formativo di Monreale (Carlo Comandé, Serena Caradonna, Enzo Puccio e Janamaria Pitruzzella) non si arrendono e si rivolgono al Cga. E sono proprio i giudici del Consiglio di giustizia amministrativo a dare ragione all’ente formativo di Monreale. Morale: progetto Prometeo sospeso.
Lo scenario amministrativo (e contabile) diventa, adesso, estremamente complicato. Perché il dipartimento della Formazione e il governo regionale, forti del pronunciamento del Tar, sono andati avanti in modo forse un po’ troppo temerario, cioè non considerando il possibile pronunciamento del Cga. Il 18 novembre del 2013 la giunta Crocetta (quindi con il voto degli assessori presenti: particolare, questo, non secondario) approva una delibera che dà il via a questo progetto (n. 374). Un mese dopo, il 20 dicembre 2013, arriva il bando. Quindi due decreti dirigenziali firmati dalla dirigente Corsello: il 3131 del 24 giugno 2014 e il 3396 del luglio 2014. Il progetto Prometeo parte a metà ottobre dello scorso anno.
A trovare lavoro non sono tutti i mille e 415 dipendenti inseriti nel bando, ma poco più della metà. Insomma, su 300 corsi circa il Ciapi di Priolo ne avvia un centinaio (la correttezza dei vertici di questo ente regionale che non avvia corsi senza discenti, forse è una fortuna). Intanto gli uffici del dipartimento hanno avviato i pagamenti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. E qui potrebbe scattare il danno erariale. La parola, dopo il pronunciamento del Cga, ritorna al Tar, che tra qualche tempo dovrebbe entrare nel merito. E’ chiaro che, molto difficilmente, i giudici del Tribunale amministrativo regionale smentiranno il Cga (che in Sicilia è organo di appello del Tar). Se il Tar dirà che il progetto Prometeo è illegittimo – e tutto lo lascia immaginare – qualcuno dovrà risarcire i soldi pagati per i primi tre mesi di attività legati a questo progetto. Del resto, meglio risarcire solo tre mesi di attività che tutti i 35 milioni di euro. Chi pagherà? I burocrati? I politici? Entrambi (vista la delibera di Giunta n. 374 del 2013)?
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