Sorpresa: la ‘missione di pace’ in Afganistan ha aiutato i narcotrafficanti

QUESTO PAESE E’ DIVENTATO IL PRIMO AL MONDO NELLA PRODUZIONE DI OPPIO. 200 MILA ETTARI DI DESERTO SONO STATI RICONVERTITI IN COLTIVAZIONI DI PAPAVERI. ANCHE CON I SOLDI DEGLI ITALIANI

Da anni ormai molti Paesi sono impegnati, in Afganistan, per combattere una guerra che avrebbe dovuto portare democrazia, ma anche pace, sviluppo e legalità. In realtà, almeno stando ai dati ufficiali, pare che l’unica cosa che ad essere aumentata negli ultimi anni (oltre al numero di morti su entrambi i fronti) sia stata la produzione di droga. (sotto, a sinistra, foto tratta da operationword.org)

Secondo i dati dell’Ispettorato generale speciale per la ricostruzione in Afghanistan, infatti, le piantagioni di papavero da oppio sarebbero in aumento. E i campi che anno dopo anno vengono convertiti in colture di papavero da oppio sono passati da 193.000 ettari del 2007 ad oltre 209.000 dell’ultimo anno (fonte UN Office on Drugs). Un giro di affari che solo in Afganistan ha raggiunto cifre da capogiro: 3 miliardi di dollari (erano due quelli calcolati nell’ultimo rapporto).

“Tale da mettere “l’intero processo di ricostruzione dell’Afghanistan a rischio – ha detto l’Ispettore generale speciale per la ricostruzione in Afghanistan (Sigar), John Sopko – perché il narcotraffico è un processo che nutre criminalità organizzata e corruzione”. Il denaro derivante dal commercio di oppiacei, infatti, spesso viene utilizzato per finanziare le armate di guerriglieri talebani.

Nella relazione, Sopko ha definito l’intervento americano “inutile”. E questo nonostante il costo per gli americani sia stato enorme: 7,6 miliardi di dollari non sarebbero serviti a niente. Non solo è aumentato il consumo di droghe sintetiche, ma anche la produzione di droghe “tradizionali” pare essere in continua crescita.

Ma il rapporto non si è limitato a valutare la produzione. Ha anche espresso un giudizio sull’azione dell’antidroga: da quando gli USA sono scesi in guerra, pare siano diminuiti i sequestri e non solo di oppio (ridotti del 57°%), ma anche di eroina (-77%). Stando ai dati, sembrerebbe quasi che la missioni di pace in Afganistan abbiano fatto bene ai narcotrafficanti. Un dato per tutti: lo scorso anno, il 2013, il gruppo di Paesi, tra cui gli USA, che opera in Afganistan e le forze afghane hanno sequestrato 41 chili di oppio, a fronte di una produzione nazionale che si aggira intorno ai 5,5 milioni di chili. Praticamente un’inezia.

Dati ancora più gravi se si considerano altri due fatti. In primo luogo che potrebbero essere stati proprio i contributi concessi dai Paesi occidentali a consentire questa crescita: l’Afganistan, infatti, ha ricevuto nell’ultimo periodo finanziamenti e assistenza tecnica per convertire oltre 200 mila ettari di deserto in terreno coltivabile. Aree che, in seguito, sono state utilizzate per la coltivazione di papavero da oppio. Ma la cosa è ancora più grave se si considera che, grazie a questo “sviluppo”, l’Afganistan è riuscito a diventare leader indiscusso dei produttori di oppio: oltre l’80 dell’oppio illegale in giro per il mondo pare venga prodotto in questo Paese.

Lo stesso che, almeno stando a quanto promesso da Bush, da Obama e dai leader politici di molti Paesi occidentali, avrebbe dovuto essere un esempio di democrazia e sviluppo…

Dimenticavamo: anche l’Italia partecipa alla ‘missione di pace’ in Afganistan: si tolgono soldi a imprese e famiglie italiane per aiutare, di fatto, chi produce oppio.

E guai a mettere in discussione la presenza degli italiani in Afganistan…

 

 

 

 

 

C.Alessandro Mauceri

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