“Sono una pensionata del Consorzio Asi di Palermo. Ma l’Irsap non mi paga la pensione”

da Ninfa Casisa
pensionata del Consorzio Asi di Palermo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Scrivo questa lettera quale pensionata dell’ex Consorzio ASI di Palermo (ora IRSAP G.S.) per esporre quanto segue:

Dal mese di Novembre 2013 non percepisco più il trattamento pensionistico erogato dal Consorzio di cui sopra in quanto l’ente subentrante IRSAP ,erroneamente, non ha voluto “proseguire” il pagamento del suddetto trattamento economico in capo agli aventi diritto. Nessun quadro normativo, né tanto meno pareri o norme chiaramente incostituzionali possono togliere trattamenti pensionistici, aventi natura alimentare e sociale, in presenza di specifiche normative che statuivano e statuiscono il diritto al trattamento pensionistico in equiparazione a quello dei dipendenti dell’Amministrazione Regionale.

In poche parole il sostentamento economico atto al soddisfacimento dei bisogni primari di ogni individuo, senza essere schiavi di niente e di nessuno, questo significa percepire la pensione, non viene più erogata laddove si consideri che questa costituisce l’unico personale mezzo di sostentamento, ma fatto ancor più grave in quanto attuato in capo a soggetti i quali ormai non possono più riciclarsi nel campo lavorativo.

L’operazione di cui sopra, non certo di diritto positivo o naturale, rappresenta un vulnus all’art.38 della Costituzione rapportato al fatto che, nel momento in cui il trattamento pensionistico viene liquidato e pagato , come nel caso di specie, diventa diritto quesito assolutamente imprescrittibile, inderogabile ed irrinunciabile.

Con quale giustizia e con quale diritto si possono tenere in tanta crudeltà e orribile servitù i soggetti destinatari di siffatte azioni che le Autorità giudiziarie adite hanno dichiarato illegittime; o forse si ritiene che i giudici di altre giurisdizioni possano respingere i ricorsi già con udienza fissati, inerenti la stessa materia e rispetto ai quali assume rilievo l’assoluta effettività del possesso dei requisiti? La legge è uguale per tutti.

Come non rendersi conto dell’oppressione e della fatica a cui inevitabilmente si va incontro, non avendo da mangiare né mezzi atti a sostenere cure per le proprie infermità. (Il diritto alla salute art. 32 Cost). Con quale anima razionale è stato fatto tutto questo? Coloro che si sono visti togliere “il pane dalla bocca” non sono esseri umani come coloro che hanno posto in essere questa vicenda? Non licet. Quanta povertà di speranza e di gioia; povertà brutte, disumanizzanti, frutto dell’ingiustizia degli uomini.

Questa vicenda rappresenta, ancora una volta, come la storia umana sia così carica di pianto e di sofferenza, ma il male non può vincere sul bene; vi saranno sempre delle persone che, forti del loro coraggio, delle loro convinzioni, della loro esperienza e coerenza di vita porteranno il Sole della Giustizia, perché il più grande dei peccati della nostra società è la mancanza di Giustizia.

Non aspetto nulla da questa lettera, ma era doveroso formalizzare tutto quanto si passa e si passerà per questa triste e amara vicenda dal punto di vista, morale, materiale e biologico.

Ninfa Casisa

P. S. pensionata a totale carico dell’Ente per €. 1.334,00 netti.-anni 62

 

 

 

F.to. Ninfa Casisa ( Pensionata ex ASI )

 

Redazione

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