«Solo un folle può uccidere un bimbo» Al funerale di Loris più di 2mila persone

 «Un bambino non puo’ morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Come si può uccidere un bambino? Solo un folle, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato». 

Sono alcune delle commoventi parole pronunciate dal vescovo di Ragusa, Paolo Urso, nell’omelia del funerale di Loris Stival, il bimbo ucciso lo scorso 29 Novembre, celebrato oggi pomeriggio nella chiesa di San Giovanni Battista a Santa Croce Camerina, nel ragusano.

«La notizia – ha detto ancora il prelato- mi fu data da due sms di un amico, laconici e freddi, come fredda è la morte: Bambino scomparso a Santa Croce… Bambino ucciso. Una notizia tremenda. Un fatto assurdo. Un gesto disumano. Veramente l’uomo’ha la spaventosa possibilità di essere disumano, di rimanere persona vendendo e perdendo al tempo stesso la propria umanità». 

Per l’addio al piccolo si è mobilitato un intero paese. Davanti alla Chiesa c’erano circa 2mila persone. A sostenere la bara bianca di Loris, il papà, David Stival, insieme con altri parenti. 

Sul sagrato della chiesa anche una corona a forma di cuore con fiori che compongono la scritta Loris, accompagnata da un nastro bianco dove si legge: la mamma Veronica.

La stessa mamma che è accusata di averlo ucciso, che continua a professare la sua innocenza e che è rinchiusa nel carcere catanese di Piazza Lanza. Non ha potuto assistere ai funerali del figlio. 

Un lungo applauso, tra le lacrime, e il lancio di palloncini bianchii, hanno salutato la piccola bara, al fine della cerimonia funebre. 

Loris da oggi potrà riposare in pace. 

Mentre le indagini proseguono a ritmo serrato. Il quadro non è del tutto chiaro, come conferma lo stesso Procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, che attraverso la trasmissione Chi l’ha visto? (che andrà in onda stasera) lancia un appello:

«E’ nostra ferma convinzione che nella cittadina molte cose siano note». Il magistrato è sicuro «che qualcuno possa aver visto qualcosa che magari sussurra a mezza bocca e non trasferisce nella comunicazione ufficiale, che non necessariamente deve essere fatta alla polizia o alla procura ma anche agli organi di informazione, per prima la vostra trasmissione. Questa è l’occasione per rinnovare questo invito a chiunque fosse a conoscenza soprattutto di fatti avvenuti sabato 29 novembre e cercare di farli pervenire anche con segnalazioni di cui potremmo garantire l’anonimato e darci la possibilità di andare oltre il dato fin qui acquisito».

Redazione

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