Solo tre crediti? L’università nel pallone

Archiviato lo scritto di Filologia romanza, con i soliti sorrisini di circostanza e/o rabbia e/o ironia e/o (ma chi cacchio se ne frega di tutti sti e/o), siamo qui a raccontare di quella giornata (o meglio quelle giornate, dato che l’esame era diviso in 3 “sole” puntate) che ha fatto risvegliare, in un po’ tutti gli studenti, le critiche (assopite) per un sistema universitario che ha subìto appellativi di ogni genere: “demenziale” “inopportuno” “stupido” “na minchiata” e chi più ne ha più ne metta.

La domanda che in questi giorni aleggiava tra i corridoi dell’ex monastero dei benedettini era la seguente, sempre uguale: “Mai possibile ricevere 3 crediti soltanto per una materia il cui studio impiega ben più tempo di una materia da 9 crediti?”. L’articolo 9 del manifesto degli studi, dichiara che un credito corrisponde a 25 ore di studio, delle quali 7 dedicate all’attività didattica e 18 allo studio individuale.

L’argomento Filologia romanza è stato solo un pretesto per sollevare un polverone ben più grande. Non appena uscito l’argomento “crediti” (che tutti preferiscono nascondere, per non snervarsi e/o deprimersi e/o incazzarsi e/o basta con questi “e/o”) subito le discussioni degeneravano in affermazioni pesanti, contro l’informatica da 9 crediti e la letteratura italiana da 6 crediti. E’ triste pesare la cultura in base ai crediti, e di questo tutti sembrano consapevoli… Ma purtroppo, a quanto pare, per passare l’anno non basta la conoscenza; servono invece 24 crediti per passare al secondo, 80 per passare al terzo, e Dio solo sa quanti per laurearsi.

Abbiamo chiesto agli studenti, freschi di esame “filologico”, cosa pensassero di questo sistema universitario e della nostra personalissima situazione, dove 2 mesi di studio dedicato solo ed esclusivamente alla Filologia romanza (ricordiamo sempre i suoi tanti crediti… circa 3, wooow) non sono bastati per renderci sicuri di passare un esame difficile, troppo difficile in relazione ai suoi pochi crediti. Carmelo L., 22 anni, afferma: «Sono d’accordo circa la sproporzionalità della mole di argomenti da studiare rapportata ai crediti che questa materia fornisce (io continuo sempre a ripetere che 3 crediti li ho beccati con il cineforum!!). Comunque che ci vogliamo fare? Tra le tante pozzanghere burocratiche, all’interno delle quali gli studenti sono costretti a sguazzare, facendo parte di questo sistema, includeremo anche questa. Non meno grave è anche il caso, a parer mio, di una materia come la letteratura italiana che fornisce solo 6 crediti, quando l’informatica ne dà 9».

Loredana, 23 anni, dice: «E’ veramente una vergogna; quell’esame era davvero uno strazio, domande difficili, impossibilità di comunicare, (copiare, n.d.r) ma soprattutto valeva solo 3 crediti… Com’è mai possibile? Se tutte le materia da 3 crediti fossero così complicate, ci laureeremmo nel 2090».

Vagando alla ricerca di nuove persone da intervistare, rendendomi conto che tutti la pensano allo stesso modo, decido di prenotare un intervista con uno dei personaggi più eccentrici della facoltà.

Foglio di carta, di anni 2, con alle spalle un passato brasiliano turbolento, protagonista della vicenda, afferma: “i professori in quest’esame hanno esagerato. Erano in 4 a girare,  sembravano proprio dei carrrabbinieri (il nostro amico Foglio di Carta comincia a prendere sembianze e accento di un catanese, nonostante le sue osannate origini brasiliane. n.d.r.). Quando quel ragazzo biondo mi ha consegnato, mi sono sentito sollevato… Adesso non vedo l’ora di essere corretto, per poi finire nell’archivio di facoltà, dove potrò salutare i miei parenti, vittime di soprusi, ed ascoltare le loro storie”.

Tutti gli studenti, insomma, sembrano d’accordo sulla mancanza di un criterio che adegui le ore di studio effettive che un ragazzo “spende” in media per preparare una materia e i crediti che realmente quella materia offre. Sul forum della facoltà si è aperta un’accesissima discussione sul nostro sistema universitario che, a detta di tutti, risulta davero troppo iniquo.

Ma cosa ne pensa il prof. Pioletti, preside nonchè docente di Filologia romanza della facoltà di lingue e letterature straniere di Catania, del problema crediti?: “a parer mio, la mole di studio era addirittura inferiore ai 3 crediti per quanto riguarda la filologia romanza. In effetti se contate le pagine del “Varvaro” (manuale di filologia romanza n.d.r.) dei 2 libricini di letteratura medievale, quello per ispanisti e francesisti e i fondamenti, vi rendete conto di come la materia sia leggera. Bisogna anche considerare che, all’interno di una facoltà come Scienze per la comunicazione internazionale, la Filologia romanza, non può avere un peso maggiore…”

Signor preside, ma chi stabilisce i crediti da attribuire a ogni singola materia, e come mai l’informatica (da tutti studiata in pochissimi giorni) ne vale addirittura 9, quando la letteratura italiana ne vale solo 6? “…Naturalmente il consiglio di facoltà decide cme organizzare i piani di studio (se e come variarli) proposte che verranno visionate dai rappresentanti degli studenti…Abbiamo deciso di dare un peso importante e sempre maggiore a materie professionali e tecniche, utilissime per chi vuol diventare un esperto in comunicazione; il problema informatica invece è ben più grave, perché gli studenti, non hanno ancora ben capito l’importanza di una materia del genere in un corso di laurea come quello di scienze per la comunicazione internazionale”.

L’intervista si conclude con un sorrisino del preside che, prendendo la strada per il suo ufficio, si gira dicendo “Naturalmente a me non può fare che piacere, sapere che i ragazzi vogliono aumentare i crediti della materia da me insegnata”.

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Carmelo Greco

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