“Onestà! Parola rimasta solo nel vocabolario, dopo che abbiamo assistito alla danza macabra dei cassieri fuggitivi, ai milioni scomparsi dalla tasche dei cittadini e dalle ‘Casse’ pubbliche, ai deplorati di Regina Coeli, alle celebri commissioni dei sette e dei cinque”.
Chi scrive queste frasi, di un’attualità inquietante, non è un uomo del presente, è un personaggio di grande statura etica, è don Luigi Sturzo. La storia del nostro Paese è stata, purtroppo, segnata e continua ad esserlo da fenomeni devastanti di assenza di dimensione etica che ne rendono evidentemente deboli le strutture pubbliche. L’Italia, diciamocelo senza peli sulla lingua, passata e presente è stata, in gran parte, quella dei disonesti. Basta dare una semplice occhiata a ciò che sta accadendo a quel movimento, divenuto partito, che gridando “Roma ladrona ! ” ha illuso tanti elettori che gli si sono affidati, proprio in nome di pulizia e moralità.
Appare ridicolo, infatti, quanto sta avvenendo a Milano, in via Bellerio, o a Bergamo, al raduno” delle scope”. La pulizia, che gli elettori ingannati pretendevano si facesse nel partito di Bossi, si è ridotta all’espulsione di due “mentecatti”, peraltro meridionali, offerti all’opinione pubblica come vittime sacrificali. La gran parte di coloro che avevano usufruito del “bancomat” del finanziamento pubblico – per primo il “celtico Bossi” che vorrebbe tirarsene fuori – denaro che proviene dalle tasche di noi cittadini, sono rimasti saldamente ai loro posti.
Fa specie la “pantomima” dell’ex ministro Maroni che si e reca dai magistrati per chiedere che si faccia luce su quanti hanno voluto deteriorare l’immagine del suo partito. Ipocrisie, mezzucci che la gente mal sopporta e di cui, e speriamo che si non abbia memoria corta, la gente si dovrebbe ricordare al momento del voto. E proprio perché questa vicenda incide sul finanziamento pubblico dei partiti, finanziamento che considero a certe condizioni utile a moralizzare la vita politica, mi permetto di soffermarmi un istante su quella “diabolica impostura” che i segretari dei tre partiti dell’attuale maggioranza – parlo di A, B e C, visto che, per ironia della sorte, i loro cognomi coincidono con le prime tre lettere dell’alfabeto – hanno ordito ai danni degli italiani (si tratta, ovviamente, di Alfano, Bersani e Casini).
L’impressione che traggo, leggendo del disegno di legge preparato per mettere ordine(sic!) al sistema del finanziamento pubblico, è che si tratti di una vera e propria presa per “culo”. La gente ha chiesto ben altro, e non parlo di quanti avrebbero preferito che il finanziamento fosse semplicemente soppresso, parlo di chi, avendo la testa sulle spalle, ha chiesto un ridimensionamento del quantum destinato allo scopo, di chi ha chiesto che i criteri di assegnazione siano chiari, di chi ha chiesto che nessuno possa approfittare di quelle somme per fini privatistici, di chi ha chiesto che le somme assegnate siano vincolate allo scopo; della gente, infine, che ha chiesto l’assegnazione di quelle stesse somme a partiti esistenti e rappresentati in Parlamento e non forze politiche che non esistono più come è avvenuto per la Margherita, come è avvenuto per l’Udeur e così via.
Ed invece, cosa offrono i tre satrapi? Modeste modifiche al sistema, lo specchietto per le allodole dei bilanci certificati e trasparenti, l’istituzione di un’ennesima commissione per la trasparenza, sanzioni ridicole per le eventuali irregolarità, e così via. Senza dimenticare, ciliegina sulla torta, il fatto che la decorrenza di questa pessima normativa a dopo il 2012. La sensazione che si ricava, da questo disgustoso balletto dell’inganno, è che A,B,C – indicando i leader (sic!) per il tutto – abbiano sostanzialmente un’idea sbagliata dell’opinione pubblica, che immaginino di trovarsi di fronte a sessanta milioni di fessi da essere menati per il naso. Una sensazione che, se in qualche recente passato ha trovato riscontro positivo, oggi non mi sembra possa trovare conferma.
La gente è indignata, la gente, che stoicamente sta sopportando le pesanti misure economico-finanziarie (figlie di un disastro di cui proprio A,B e C sono stati responsabili o correi) non può accettare di essere ancora ingannata, non può accettare che tutto finisca a “tarallucci e vino”. Ricordino, questi pseudo-leader di una stagione mediocre, che non si può abusare oltre misura e che non si può giocare col fuoco senza rischiare di scottarsi.
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