«Questa mattina sono arrivata e ho trovato i bagni chimici vicino alle persone distese al sole». L’aria nella zona vicino all’ingresso del solarium di piazza Europa è irrespirabile. Davanti a tre servizi igienici posizionati a ridosso dei teli mare stesi dai bagnanti c’è una chiazza di liquido. Non è l’acqua di chi ha fatto il bagno ma, giurano i cittadini, si tratta di urina che fuoriesce dai bagni: «È una vera e propria indecenza, si tratta di un’emergenza sanitaria, ci sono persone che non riescono a centrare il water con la conseguenza che va a riversarsi tutto sul solarium», racconta Francesca, 38 anni, arrivata da Lentini con l’autobus per godersi la giornata estiva. La situazione non è migliore nemmeno per quanto riguarda il bagno dei disabili. Un uomo sta appiccicando un cartello con la scritta «guasto». «È finita l’acqua», spiega a un bagnino. La versione dei bagnanti è però differente: «La porta, quando non è occupato, non si può chiudere e alla minima oscillazione del vento si apre, così siamo davanti agli scarichi del bagno». E in effetti è lo stesso operaio ad avere difficoltà a chiudere il servizio igienico, tanto da dover chiedere l’aiuto dell’addetto al salvataggio.
Diversi cittadini hanno pensato di allertare le forze dell’ordine. Le chiamate cominciano intorno alle nove ma, per l’intervento di qualcuno, bisogna aspettare le 11.35, quando si presentano due ufficiali della Capitaneria di porto. «Noi non possiamo fare nulla», spiega uno di loro a una signora che si lamenta per gli odori nauseabondi e il pericolo igienico. Dopo un rapido giro del solarium, gli ufficiali si spostano nell’area adibita a parcheggio. «Abbiamo segnalato la situazione a chi ha competenza – spiegano – e cioè il Comune che dovrebbe attivarsi tramite l’Azienda sanitaria provinciale». Tra i destinatari delle telefonate dei cittadini ci sono stati anche i vigili urbani, ma da palazzo degli Elefanti, quando sono già passate le 12, non è arrivato nessuno.
«Qui ci dovrebbe essere la ditta a risolvere subito quest’emergenza», continua Francesca, riferendosi a chi gestisce il solarium, insieme alle spiagge libere, e cioè la società Caffè Napoleon di Librino. La cooperativa ha vinto l’appalto bandito dal Comune e nelle ultime settimane è stata al centro delle polemiche per la presenza tra i suoi dipendenti di Orazio Buda. Pluripregiudicato, cugino del capomafia del clan Cappello Orazio Privitera. Il lavoratore ha preferito dimettersi ma la ditta resta sotto la lente d’ingrandimento della prefettura. A piazza Europa nessuno della società, a eccezione di un bagnino, parla con gli ufficiali arrivati dalla Capitaneria di porto. Un addetto al parcheggio, riconoscibile dal cartellino e dalla maglietta con il nome della Caffè Napoleon, si avvicina ma si limita ad ascoltare. Così come fanno altri due ragazzi con i tesserini al collo. «Non voglio fare polemica – chiosa la signora Carla mentre va via – ma consiglio agli amministratori comunali di mettersi loro al posto dei gabinetti».
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