Non più un resort di lusso ma un residence alla Pillirina. Questo prevede la modifica del progetto presentato dalla società Elemata Maddalena del marchese torinese Emanuele Di Gresy che ha già ricevuto un primo parere positivo della Soprintendenza di Siracusa. L’idea iniziale era quella di realizzare un albergo con 170 stanze, nella rimodulazione invece si punta a trasformare i caseggiati attualmente diroccati in abitazioni civili. Dopo anni di lotte degli ambientalisti riuniti nel comitato Sos Siracusa, adesso è arrivata l’autorizzazione paesaggistica da parte dell’ente di tutela.
«Questo parere mi preoccupa», commenta a MeridioNews Carlo Gradenigo che, prima di essere l’attuale assessore all’Ambiente, è stato anche un attivista per la difesa di Punta della Mola. «Quel residence non è conciliabile con la tutela di un’area che ha il vincolo sia paesaggistico che archeologico, che rientra nell’area marina protetta del Plemmirio ed è anche anche un Sic (sito di interesse comunitario, ndr)». La Soprintendenza ha dato parere positivo a un progetto che prevede la ristrutturazione con il mantenimento degli attuali volumi degli edifici. La prima autorizzazione è per interventi di consolidamento, restauro e sistemazione su edifici storici vincolati per cui non è previsto alcun cambio di destinazione d’uso. Inoltre, nell’area nessuno scavo sarà permesso. Escluse dall’intervento restano le opere ipogeiche realizzate durante la seconda guerra mondiale nella batteria costiera Emanuele Russo. Per queste, semmai, servirà presentare un progetto ad hoc con un’analisi più dettagliata.
«La ristrutturazione di quei caseggiati con tutte le prescrizioni è già un punto critico – spiega Gradenigo – perché parliamo di costruzioni che potrebbero avere bisogno di fondamenta e di altri interventi per arrivare ad avere l’abitabilità. Si tratta di ruderi che non sono mai stati nemmeno accatastati ma risultano ancora in costruzione. E, infine – aggiunge l’assessore – sono case che col tempo sono entrate a fare parte del paesaggio e che, in qualche modo, si sono rinaturalizzate». Il punto è che alla Pillirina non è ancora stata istituita la riserva naturale. Nel 2015 c’era già stato il via libera della commissione Ambiente all’Ars ma, da allora, manca l’ok della Regione che è stato bloccato da numerosi ricorsi presentati da Elemata. La società del marchese di Gresy che, nel 2008, ha comprato da altri privati circa 60 ettari di terreno per 13 milioni di euro. L’ultimo bocciato dal Cga è attualmente fermo al Tar a cui è stato rimandato per il giudizio di merito. «Per arrivare all’obiettivo dell’istituzione della riserva naturale della Penisola della Maddalena – afferma Gradenigo – un’idea valida potrebbe essere quella di trovare dei fondi per potere riacquistare quei terreni per restituirli alla collettività che li percepisce già come un bene comune di straordinaria bellezza».
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