«Il mio intento era quello di celebrare i miei luoghi. Le persone dovevano esserci, e infatti ci sono, ma praticamente solo come camei, quasi fossero accessori, figurine che si muovono come formiche». A parlare a Meridionews è Luca Morreale, il 35enne autore della timelapse su Siracusa.
Una sequenza di immagini che va dalle prime luci dell’alba alla notte quella realizzata dal fotografo professionista siracusano in piena autonomia e senza scopo di lucro. «Fondamentalmente l’ho fatto perché amo la mia città – spiega –. L’idea era in cantiere già da parecchio tempo, ma questo mi è sembrato il momento giusto perché in questo periodo Siracusa vive una fase di forte rilancio e questa estate, libera da cantieri che sembravano eterni, l’ho vista più viva e, in realtà, è stata anche una delle mete italiane più gettonate».
SIRACUSA TIMELAPSE 4K from Luca Morreale on Vimeo.
Dal porto alla zona archeologica, da piazza Duomo al tempio di Apollo passando per il mercato «per raccontare, a modo mio, i fenomeni naturali, archeologi, culturali e lavorativi che si possono vivere a Siracusa durante l’arco temporale di una giornata. Quei fenomeni che nel video si vedono accelerati – dice Morreale – io li conosco bene perché vivo ogni giorno a pieno la città in cui sono nato e cresciuto».
Una serie di foto scattate ripetutamente in funzione del fenomeno e poi montate insieme a comporre il video. «Sono stato molto tempo da solo – racconta il fotografo che, da un po’ di tempo, si sta sperimentando anche come film-maker – e qualche volta in compagnia della mia fidanzata o di un mio amico nei 12 giorni in cui ho scattato le foto e in cui ho fatto il turista nella mia città».
Il risultato è un video che mostra le tante bellezze di cui è capace Siracusa sulle note di Time, una canzone di Hans Zimmer che «ho scelto – spiega Morreale – perché è una colonna sonora poetica, riflessiva e introspettiva correlata perfettamente al mio progetto per il senso dello scorrere del tempo e dei fenomeni che accadono in questo arco temporale». I movimenti di una città viva immortalati. «Il segreto? Cavalletto e macchina fotografica sempre con me per non rischiare di perdere il momento giusto che poteva essere quello di una barca che esce da un porto, di un tramonto sommerso da nuvole nere o – conclude – di una alba particolarmente lucente».
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