Il Seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio lascia momentaneamente Siracusa. L’opera, risalente all’inizio del Seicento, era visibile ai turisti nella chiesa della Badia, ad Ortigia. Adesso approderà all’Icr, l’Istituto centrale di restauro di Roma, dove verranno effettuate delle analisi tecniche. Dopo essere passata dalla capitale l’opera si muoverà verso il Mart di Rovereto, museo trentino presieduto da Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte nei mesi scorsi si era rivolto al Fec (Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno), ente proprietario dell’opera, per avere in prestito il quadro raffigurante il martirio della santa siracusana per due mesi e mezzo, in occasione di una mostra autunnale. Sgarbi e la Provincia di Trento, dal canto loro, si occuperanno della manutenzione e della realizzazione della teca che garantirebbe una migliore conservazione dell’opera.
Tuttavia alla volontà d Vittorio Sgarbi si sono opposti cittadini e intellettuali, contrari al trasferimento. Su tutti il critico d’arte Paolo Giansiracusa. In questi mesi il docente siracusano si è fatto promotore di una raccolta firme per impedire che l’opera lasciasse il capoluogo aretuseo. «Solo in 20 giorni sono state raccolte cinquemila firme in due petizioni diverse, più 350 adesioni da parte di intellettuali – sottolinea Giansiracusa a MeridioNews -, oltre che diversi incontri, compreso quello con la Soprintendenza, e richieste di audizione con la prefettura. Si è creato un fermento sia sul territorio che in tutta la regione: ma evidentemente le istituzioni non hanno ascoltato i cittadini».
Tra i rilievi fatti da Giansiracusa ci sono le condizioni dell’opera, ritenute non idonee a poter sostenere un viaggio. Dal suo appello era scaturita anche l’interrogazione di alcuni deputati del Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale siciliana. «Oltre al Seppellimento di Santa Lucia abbiamo l’Annunciazione di Antonello da Messina, dipinti che portano a Siracusa tremila visitatori al giorno – prosegue Giansiracusa -. Il dipinto era l’occhio di tutta la piazza, della città, che adesso è cieca. Dall’Icr avevano fatto sapere che non era necessario un restauro. Certi esami, peraltro, si sarebbero potuti effettuare a Siracusa». Sui rischi del trasferimento, Giansiracusa non si sblicancia: «Non penso che l’opera possa subire danni, né so se tornerà. Bisogna chiederlo a questi profeti di fronte al quale tutti s’inchinano».
A riguardo l’assessore ai Beni culturali di Siracusa Fabio Granata assicura che il dipinto tornerà in città proprio in occasione delle festività del prossimo 13 dicembre. «C’è stato un gruppo di persone che ha espresso parere negativo, ma non la chiamerei sollevazione popolare – commenta a MeridioNews Granata -. Ritengo inutile tornare sulle polemiche, tra l’altro Il trasporto è curato da tecnici di altissimo profilo, senza contare che i prestiti delle opere avvengono in tutto il mondo». L’obiettivo dell’amministrazione Italia è di riportare il dipinto a Santa Lucia al Sepolocro, nei pressi di Santa Lucia fuori le mura, dov’era stato originariamente collocato. «Ci aspettiamo che questo passaggio abbia una contropartita – conclude – Abbiamo lanciato la proposta del Comitato Caravaggio al Borgo di Santa Lucia perché si creino le condizioni ottimali per il ritorno del capolavoro. Insieme alla Soprintendenza cercheremo di coinvolgere tutti gli enti istituzionali e associativi, compreso il Liceo Gagini, ma anche chi era contrario al trasferimento. Bisogna pacificare la città – conclude l’assessore – attorno alla piena valorizzazione dei suoi luoghi e all’anima e dei suoi capolavori, a iniziare dal Caravaggio».
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