Siracusa, gli schermi per tradurre tragedie greche La proposta divide. Magelli: «Soluzione arretrata»

«Appena il 4-5 per cento di pubblico non italiano assiste al ciclo di rappresentazioni classiche nel teatro greco di Siracusa». È il dato da cui è partito il commissario straordinario della Fondazione Inda (Istituto nazionale del dramma antico), Pier Francesco Pinelli, che è intenzionato a incrementare il numero degli spettatori stranieri e dare l’opportunità a chi non parla italiano di cogliere tutti i momenti della messa in scena. 

Per farlo lancia una sfida: l’introduzione della traduzione nel corso degli spettacoli. «In alternativa all’utilizzo degli auricolari – spiega – stiamo studiando la possibilità di posizionare due schermi laterali, di limitate dimensioni, attraverso i quali offrire l’opportunità a chi lo volesse, di poter leggere il testo». Una posizione che non trova tutti d’accordo. A cominciare dal regista Paolo Magelli, che ha firmato la regia della Medea di Seneca nell’ultima edizione delle tragedia. «È una soluzione esteticamente inaccettabile e anche molto arretrata», afferma. 

Per il commissario straordinario invece si tratta di «un’innovazione già messa in atto, con successo, per la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma nel sito archeologico delle terme di Caracalla» che non potrà essere applicata, avverte «senza l’approvazione della Sovrintendenza ai Beni culturali». L’obiettivo è quello di fornire adeguati strumenti di comprensione a un pubblico più vasto dato che il ciclo di rappresentazioni classiche è il principale attrattore culturale della Sicilia. «A confermarlo – sostiene Pinelli – sono i dati che mostrano un aumento della platea del 4 per cento nel 2016 e del 34 per cento negli ultimi dieci anni».

La proposta che ha diviso gli amanti delle tragedia, ma anche chi le rappresentazioni classiche le ha messe in scena. Secondo la visione del regista Magelli, studioso di teatro e direttore artistico di fama internazionale, «in tutti i grandi teatri europei, per i festival con compagnie ospiti da tutto il mondo, esiste la traduzione simultanea in cuffia e, generalmente, sono i giovani attori delle scuole di teatro a occuparsene». E se la risposta al problema esposto da Pinelli fosse più semplice di quanto di pensi? È lo stesso Magelli che dà un suggerimento: «Ormai è facilissimo mettere le traduzioni sul sito e scaricarle sul telefono nella lingua desiderata. Con la distribuzione delle cuffie che costano circa due euro, il gioco è fatto», conclude.

Concetta Purrazza

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