Campi allagati con le prime piogge, loculi rotti da cui si vedono pezzi di legno delle bare e pezzi di ossa di cadaveri. E poi ancora strutture delle palazzine che cadono a pezzi, fiori lasciati a marcire per giorni, lapidi spaccate, condizioni igienico-sanitarie precarie. Sono immagini sconcertanti quelle del cimitero di Siracusa.
«Tre anni e tre mesi fa, nel maggio del 2014, mi sono trovato catapultato in questa realtà perché ho perso mio figlio Francesco. Pensavo di portarlo in luogo decente e non in una discarica vergognosa». A parlare a MeridioNews è Giacinto Avola, padre del ragazzo 17enne morto fra gli scogli del Plemmirio e rappresentante del comitato Gli Angeli che ha come obiettivo primario quello di ridare dignità al cimitero aretuseo. «Subito dopo la sua morte, ho promesso che sarebbe stato in un luogo dignitoso e così – sottolinea Giacinto – è nato Gli Angeli e sono iniziate le prime manifestazioni per chiedere che venissero rispettati i nostri diritti e le nostre esigenze». La prima battaglia è stata fatta per impedire la chiusura del cimitero per l’intero mese di agosto. «In quell’occasione – ricorda – siamo riusciti a far valere il diritto di andare a trovare i nostri cari». Di sua iniziativa anche la giornata della pulizia «per dare un segnale soprattutto al Comune e alla ditta che gestisce il servizio».
Da allora, le battaglie portate avanti dal comitato non sono mai finite. «Con le prime piogge – racconta Giacinto – alcuni dei campi dove sono seppelliti i nostri defunti sono diventati un pantano. Manca tutto e vediamo un totale menefreghismo da parte dell’amministrazione comunale». A partire dalle richieste inascoltate, Gli Angeli hanno preparato una locandina con 14 punti: l’elenco inizia dall’attivazione della fermata di un autobus urbano davanti all’ingresso principale del cimitero e da quella del servizio navette interne. «Non molto tempo fa, il sindaco Giancarlo Garozzo aveva inaugurato in pompa magna un pulmino pensato in particolare per gli anziani e i portatori di handicap ma – lamenta Giacinto – poi è stato abbandonato in un angolo con le ruote sgonfie».
Nella lista delle problematiche legate all’area cimiteriale ci sono anche le fontanelle o rubinetti che non funzionano o perdono acqua, la mancanza di manutenzione dei servizi di potatura fino alle cose più gravi come le inadempienze nella messa in sicurezza delle strutture o l’assenza di manutenzione e sistemazione dei campi di sepoltura. «I bagni sono in condizioni igieniche precarie, le varie palazzine cadono a pezzi, non c’è un presidio con guardiani all’ingresso e nemmeno un servizio di video sorveglianza, e questo – aggiunge l’uomo – è ancor più grave alla luce dei numerosi furti e atti vandalici».
Da quando hanno deciso di intraprendere questa battaglia, Gli Angeli hanno iniziato a studiare i documenti legati agli affari cimiteriali e a documentare tutte le criticità con fotografie. «La cosa forse più grave – denuncia Giacinto – è la mancanza di controlli sull’avvenuta consegna dei nuovi loculi in assenza di collaudo quando le traslazioni sono già iniziate e molti dei vecchi loculi non sono nemmeno stati puliti». Qualche mese fa, in piena estate, i volontari del comitato sono dovuti andare muniti di mascherine perché «oltre alla normale puzza di acqua stagnante e fogliame marcio, c’era un odore nauseabondo che proveniva dai liquidi colati da alcune bare che – conclude Giacinto – possono portare anche a problemi igienico-sanitari».
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