Mattoni forati a vista in lunghi tratti di corridoio, due aule, due laboratori e due bagni dichiarati inagibili e chiusi, due colonne portanti all’ingresso incelofanate per evitare che cadano i marmi. Sono queste le condizioni in cui si presenta l’istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Siracusa. Già lo scorso aprile, nella struttura scolastica di via Torino, si era sfiorata la tragedia per il cedimento di una parte del controsoffitto di un bagno al secondo piano dovuto a infiltrazioni provenienti dal bagno del piano superiore.
«La scuola ha bisogno di interventi a livello strutturale, del controllo di staticità dell’edificio, di lavori che riportino a norma i solai, della messa in sicurezza dell’impianto fotovoltaico – dichiara a Meridionews Davide Russo, uno dei rappresentanti d’istituto che oggi hanno organizzato l’assemblea – e sono tutte cose di cui dovrebbe occuparsi l’ente proprietario della struttura scolastica a cui noi studenti abbiamo anche già scritto una lettera». Si sta parlando dell’ex Provincia, ribattezzata Libero consorzio comunale di Siracusa.
Il dirigente scolastico dell’Itis, Alfonso Randazzo, puntualizza che «in riferimento al crollo del soffitto accaduto nel mese di aprile scorso, sono state attivate tutte le procedure di messa in sicurezza della scuola. E – precisa in una nota pubblicata sul sito web della scuola – alla luce di quanto è stato già fatto, giorno 19 settembre scorso si è tenuta una conferenza di servizio presso l’ex Provincia di Siracusa presieduta dal commissario straordinario Giovanni Arnone. Dopo una rapida disamina della questione, il commissario – si legge – ha garantito che nel giro di una o due settimane sarà effettuata una ulteriore indagine per la verifica statica dell’edificio, per proseguire con la messa in sicurezza e i lavori di ripristino delle parti danneggiate».
Sono passati dieci giorni, ma le condizioni di sicurezza per gli oltre 800 studenti iscritti all’istituto Enrico Fermi non sono ancora state garantite. «Fino a quando l’ex Provincia non rispetterà gli impegni presi, noi – sostiene il rappresentante d’istituto – non abbiamo nessuna intenzione di tornare a scuola a fare lezione come se niente fosse, quando sappiamo benissimo che può succedere qualcosa da un momento all’altro. Continueremo ad andare avanti con le nostre manifestazioni e, infatti, per il prossimo 3 ottobre abbiamo già organizzato un corteo che partirà da largo 25 luglio e, passando per il corso Matteotti, arriverà in piazza Archimede. Noi dell’Enrico Fermi – aggiunge – saremo i portavoce, insieme agli studenti del liceo Quintiliano, ma coinvolgeremo tutti gli istituti perché il problema dell’edilizia scolastica riguarda tutti e la sicurezza di noi studenti è una cosa seria e urgente». «Come mi sento vedendo queste condizioni? – commenta la mamma di una studentessa – Tanta paura che da momento all’altro possa succedere qualcosa».
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