Sinistra civica ecologica si riunisce per fare il punto in vista delle Comunali dopo la rinuncia alla candidatura di Franco Miceli, assessore orlandiano degli ultimi anni ’90, che ha declinato l’invito nonostante piacesse molto ad ampie parti di Partito democratico e appunto alla sinistra guidata da Giusto Catania, che raggruppa diverse anime del fronte progressista palermitano. Al 12 marzo, quando mancano un paio di mesi al voto, la coalizione si ritrova senza un candidato, a discutere ancora di perimetro. Lo fa a ragion veduta Sce, reduce dall’esperienza di governo con Sinistra Comune, tormentata dai contrasti interni alla maggioranza fatta per gran parte del mandato da Italia viva, che solo lo scorso anno ha deciso di passare all’opposizione – anche – in maniera formale.
«Siamo distanti anni luce da forze politiche che fino a pochi giorni fa continuavano a corteggiarci per entrare in coalizione – dice Barbara Evola – Non possiamo immaginare di presentarci alla città insieme a forze che dal primo giorno si sono opposte in direzione contraria al programma di governo e a persone che hanno portato avanti un’attività diffamatoria nei nostri confronti non solo in Consiglio, ma anche sui social. Bisogna arginare lo sbracamento a destra che ancora non è stato abbandonato nella mente di qualcuno». Il riferimento è all’azione degli alleati del Partito democratico, che fino all’ultimo hanno cercato di aprire il Campo largo proprio a Italia Viva e a fette di delusi di centro e di Forza Italia.
E a prendersela, pur senza mai nominarli, con Italia Viva è anche Giusto Catania, che sul palco di villa Filippina ha enumerato i successi dell’amministrazione uscente, così come alcune criticità. «La città è in difficoltà. Siamo stati piccolissima parte del governo della città, con un assessore su dieci, quindi ci assumeremo una parte delle responsabilità». Per Catania sono stati «tre i fattori che non hanno permesso lo sviluppo della città: Un errore politico nel non dare continuità alla giunta che aveva lavorato nei primi cinque anni in nome di criteri non leggibili che servivano a ricollocare su base nazionale il governo della città – con Sinistra Comune che è passata da tre assessori a zero, con lo stesso Catania che è entrato in giunta solo in un secondo momento – L’ambiguità nelle scelte di coalizione – altro riferimento ai renziani – e ovviamente la pandemia, che ha reso il lavoro molto più faticoso e difficile».
L’assessore non perde occasione neanche stavolta di lamentare l’opportunità persa di candidare Franco Miceli, la sensazione è che saranno fatti altri tentativi per convincere il presidente dell’ordine degli architetti. Di fatto resta comunque da definire un programma che metta d’accordo tutte le anime della coalizione a patto sempre che, appunto, si riesca a trovare finalmente un’intesa definitiva sul perimetro.
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