Due primi cittadini, un vicesindaco, sette consiglieri comunali. La nuova Lega di Salvini, nonostante in molti non ci avrebbero scommesso un euro, ha convinto negli ultimi anni sempre più siciliani, che hanno voluto scommettere sul progetto politico proposto dal leader del nuovo Carroccio federalista che avrà la sua voce in capitolo anche nella scelta del candidato del centrodestra per le Regionali.
Perché un siciliano sceglie di avvicinarsi a Noi con Salvini? «Per quanto mi riguarda – racconta il sindaco di Aci Castello, Filippo Drago – Noi con Salvini in Sicilia si chiama Angelo Attaguile, una persona di cui mi fido e al quale sono legato politicamente da tempo». Certo, non sono tutti dello stesso avviso e c’è chi invece ha scelto di scommettere nel progetto politico che ha puntato tutto sull’opposizione all’euro, ai migranti e alle politiche europee, ma è indubbio che il deus ex machina dell’operazione Salvini in salsa sicula è Attaguile, luogotenente dell’eurodeputato nell’Isola.
Non è un caso che la maggior parte dei salviniani sia concentrata alle pendici dell’Etna, dove il movimento vanta due sindaci (Anastasio Carrà a Motta Sant’Anastasia e Filippo Drago ad Acicastello), un vicesindaco (Fabio Cantarella, a Mascalucia), un consigliere comunale a Caltagirone (Enzo Gozza), uno a Grammichele (Tommaso Zapparrata), uno a San Giovanni La Punta (Giovanni Bottino), una a Calatabiano (Maria Gravagna, eletta in una lista civica, che ha poi aderito al movimento). Fuori dal feudo di Attaguile restano il consigliere comunale di Trapani Felice D’Angelo, il primo amministratore in Sicilia ad avere aderito al movimento di Salvini, la consigliera comunale di Villabate Rosaria Semilia e l’inquilino di sala delle Lapidi a Palermo, Giorgio Calì, eletto con Idv e successivamente folgorato sulla via di Milano.
Ma gli ultimi mesi del 2016 hanno vista anche un’altra novità: è il deputato nisseno Alessandro Pagano che, a poco più di un mese dal referendum costituzionale, ha abbandonato la nave di Ncd per approdare a quella che ha definito la Lega dei popoli». Da quello scorso 4 novembre Pagano, liberatosi della maschera filorenziana, ha cominciato a dire la sua sui temi più diversificati: dalle infrastrutture alle ex Province, passando per i siti Unesco. A ogni uscita il primo deputato siciliano di Noi con Salvini ha accompagnato sempre attacchi diretti contro il partito democratico e il governatore Crocetta.
Diversa la storia della ventiduenne studentessa universitaria Rosaria Semilia, che ha scelto di fidarsi «di un nuovo progetto a mio avviso convincente, che mi ha fatta avvicinare per la prima volta alla politica. Certo – ammette – quella di Salvini non è una strada facile da seguire in Sicilia, io frequento la facoltà di Giurisprudenza e spesso i miei colleghi mi allontanano appena dico che sono una consigliera comunale eletta in quella lista, per questo sentire comune secondo cui le nostre politiche sarebbero razziste». Senza contare l’immagine di un Sud ladrone e assistenzialista su cui storicamente la Lega ha costruito il proprio consenso all’ombra delle Alpi. «Io credo – replica Semilia – che nella vita chiunque si possa ricredere, e sono convinta che sia il caso di Matteo Salvini. Io ho deciso di crederci».
Più convincente Drago, secondo cui «sui temi che oggi riguardano la vita di tutti i giorni, dall’immigrazione fino all’euro e alle politiche europee, un sindaco non possa non essere d’accordo. Non è un caso che si tratta di temi sempre più spesso ripresi da chi è molto distante politicamente dalla nostra visione. Salvini oggi fa delle proposte nuove, dalla tassazione con limite massimo che consentirebbe davvero di pagare tutti e pagare meno, fino alla contrarietà alle restrizioni Ue in materia di agricoltura e pesca, che hanno messo in ginocchio la nostra economia».
Insomma, «in due anni – sottolinea Attaguile – siamo riusciti ad entrare nel territorio siciliano, facendo passare il messaggio di un partito autonomo, nazionale e federale, attento alle esigenze e alle specificità dei singoli territori. E il progetto convince eccome, noi è un caso che nuovi deputati stiano proprio in queste ore guardando con attenzione al nostro partito». I nomi? «Provengo da una famiglia di notai, sono abituato a fare le cose e soltanto dopo dirle».
Una campagna acquisti in evoluzione, insomma, che incuriosisce in un momento di grande confusione per la destra siciliana. E se Gianfranco Micciché ha chiuso le porte all’ipotesi di una grande coalizione che lo veda correre in Sicilia al fianco dei salviniani, Attaguile rimanda le accuse al mittente: «Micciché rappresenta la vecchia politica, personalmente da segretario della commissione nazionale antimafia ci tengo che venga rispettata una certa etica morale. Noi abbiamo aperto un buon dialogo con Nello Musumeci e Fratelli d’Italia, anche se non escludo che una parte di Forza Italia possa seguirci».
In ogni caso Attaguile non ha dubbi: «Alle Amministrative potremmo presentarci nei Comuni minori con nostri candidati in liste civiche, mentre il nostro simbolo ci sarà nella competizione di Palermo, dove sosteniamo con forza il nome di Francesco Greco». E le Regionali? «Lì saranno necessarie le primarie del centrodestra. Io sono pronto a metterci la faccia, al servizio del mio partito».
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